Il cotonello dell’olivo (Euphyllura olivina) è un insetto che causa considerevoli danni agli oliveti nel bacino del Mediterraneo. L’adulto ha il corpo marroncino-verde di 2-3 mm con capo ben sviluppato, gobbo, la testa piegata in avanti e d’aspetto robusto, con le ali ripiegate a tetto sul dorso. Ha ali possenti, con una nervatura caratteristica. Tinta generale verde chiaro, con le zampe anteriori tendenti al bruno chiaro. È fornito di apparato boccale pungente-succhiante sia allo stato di ninfa che in quello adulto. Le uova sono di dimensione di 0,35 x 0,14 mm. Le larve subiscono 4 mute larvali, più la muta immaginale. La loro lunghezza evolve da 0,4 a 1,5 mm.
I danni all’oliveto
Questo insetto è una specie flessibile che si adatta a varie temperature, anche se la resistenza o la sensibilità alla stessa temperatura varia con l’individuo. Possiede un alto potenziale riproduttivo tra 12 e 30 °C, a 32°C l’attività ovarica è inibita e a 34-35°C l’ovoposizione cessa. L’insetto è particolarmente dannoso allo stadio di ninfa quando attacca i giovani rami e le mignole.
Si nutre della linfa tramite lo stiletto inserito nel rostro, alterandone il normale sviluppo degli organi, inducendo la sterilità dei fiori e la cascola degli stessi e dei frutti. Le ninfe secernono una massa simile al cotone e melata che favorisce l’insediamento del fungo ectoparassita Capnodium oleaginum, il quale altera la fotosintesi della pianta colpita e ne diminuisce la produzione. La soglia economica di danno è attorno a 2.5-3 ninfe per 100 mignole (IOC, 2007).
Foto 3 – Necrosi dei fiori e presenza di secrezione filamentosa (foto T. Vatrano)
Suscettibilità alle diverse varietà olivicole
In merito alla suscettibilità della cv alle infestazioni di cotonello, in un oliveto coltivato secondo le norme dell’agricoltura biologica, con un sesto di impianto di 5 x 5 m nell’alta Calabria ionica, su cui insistono le cultivar Nocellara messinese, Roggianella, Biancolilla, Coratina, è scaturito da una stima a vista, che la varietà più suscettibile alle infestazioni dell’insetto è stata la Biancolilla, seguita poi dalla Coratina (comunicazione personale).
Le azioni di contrasto
Nell’ottica dell’uso di fitofarmaci a basso impatto ambientale e nella ricerca di soluzioni che vadano a rispettare gli equilibri negli ecosistemi, risulta valido il lavoro di Debo A. et al., 2011 dove è stata valutata l’efficacia di un preparato a base di idrossitirosolo proveniente da acque di vegetazione, sulle infestazioni dell’insetto. Il preparato è stato estratto da acque di vegetazione fresche, usando un processo di purificazione di idrolisi e post-idrolisi. Sono state selezionate 42 piante con un’alta densità di infestazione (122.8 ninfe/m-1 e 80 ninfe/m-1 in aprile e maggio 2008; 115.7 ninfe/m-1 e 70.8 ninfe/m-1 in aprile e maggio 2009). In ordine temporale, è stata riscontrata inefficacia del preparato contro le uova, ciò dovuto probabilmente all’ambiente altamente protettivo in cui sono posizionate le stesse. È stata, invece, osservata una certa sensibilità delle giovani ninfe: tale fenomeno è stato attribuito alla diminuzione di produzione della massa filamentosa, in seguito al trattamento effettuato in maggio. Il massimo tasso di mortalità è stato registrato dopo 7 giorni dal trattamento, dovuta alla buona persistenza della soluzione sulla vegetazione.
Il preparato ha fornito una adeguata protezione dai danni dell’insetto, probabilmente a causa della stimolazione della sintesi di fenoli. Infatti è stato suggerito che applicazioni esogene di fenoli antiossidanti potrebbero essere in grado di aumentare il contenuto endogeno di fenoli nella pianta (Randhir e Shetty, 2003; Yangui et al., 2009).
In una sezione divulgativa dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) viene consigliato l’uso di oli minerali biologici e tra gli antagonisti naturali si citano: l’imenottero endofago Encyrtuseuphyllurae Silv., le larve di sirfidi come Syrphus auricollis Meig. e Orius spp. Nella lotta integrata si può usare la deltametrina, insetticida piretroide che agisce sugli insetti per contatto ed ingestione.
Il cotonello dell’olivo, un tempo annoverato tra gli insetti secondari nell’oliveto, appare sempre più frequente negli areali dell’Italia meridionale, con frequenza spesso associata agli eventi climatici e alla suscettibilità varietale. Gharbi N. et al., 2012 lo descrivono come un problema serio in Tunisia e che può influenzare lo sviluppo vegetativo, la fertilità e la riproduzione dell’olivo spesso associata a condizioni meteo che ne facilitano lo sviluppo e a trattamenti insetticidi, spesso poco razionali, che ne hanno distrutto i nemici naturali. L’obiettivo dei prossimi anni dovrà essere quello di monitorare insetti come il cotonello, un tempo poco temuti ma che probabilmente, a causa dei cambiamenti climatici o dei precari equilibri negli ecosistemi, potranno diventare pericolosi quanto i già presenti insetti chiave e sviluppare nuovi metodi di lotta ecocompatibili.
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