Olivicoltore non coltivatore diretto, cosa cambia davvero?

Vediamo nel dettaglio i contenuti della proposta di legge nazionale che mira a riconoscere il ruolo di chi gestisce un oliveto a livello amatoriale contribuendo a produrre un valore ambientale per la collettività
Economia
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Dopo l’approvazione unanime in Consiglio Regionale del Veneto della proposta di legge statale sul riconoscimento della figura dell’olivicoltore non coltivatore diretto (che ora passa all’esame del Parlamento) – di cui abbiamo dato notizia ieri – il dibattito si è finalmente spostato dai numeri alle persone. Al centro dell’attenzione ci sono quei cittadini che, pur svolgendo un altro lavoro e non essendo imprenditori agricoli, hanno acquistato o ereditato oliveti e li gestiscono con dedizione. Viene in sostanza introdotta una nuova figura professionale distinta dal coltivatore diretto e dall’imprenditore agricolo tradizionale, perché non svolge l’attività agricola come principale fonte di reddito e non adotta un approccio imprenditoriale, ma coltiva oliveti come attività secondaria, o per tradizione familiare.

Si tratta di uomini e donne che potano gli alberi, attuano la difesa fitosanitaria, raccolgono le olive, producono olio, tagliano l’erba, lavorano il terreno e mantengono in ordine gli areali olivicoli. Il loro impegno non genera solo reddito agricolo, ma produce anche un valore ambientale condiviso: un beneficio collettivo che si riflette nella qualità del paesaggio, nella biodiversità e nella fruibilità del territorio.

L’obiettivo è supportare questi olivicoltori con misure che includono incentivi economici, formazione tecnica, assistenza, facilitazioni all’accesso dei mercati.

Il provvedimento, intitolato “Disposizioni in materia di riconoscimento della figura dell’olivicoltore non coltivatore diretto o imprenditore agricolo custode del patrimonio olivicolo”, rappresenta un passo concreto e innovativo per il comparto olivicolo italiano. Se approvato anche a livello nazionale, potrà aprire nuove prospettive per una categoria finora invisibile, ma essenziale. Ecco nel dettaglio alcuni passaggi della legge.

Definizione precisa

(Articolo 2) La legge non si limita a un riconoscimento simbolico: definisce con precisione chi è l’olivicoltore non professionista e quali attività ne qualificano il ruolo. È una figura che può essere sia fisica che giuridica, che gestisce oliveti in modo non prevalente o senza fini di lucro, contribuendo attivamente alla conservazione, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio olivicolo.

Pur non rientrando nella definizione di imprenditore agricolo prevista dal Codice Civile, questa persona può ottenere un reddito accessorio dalla coltivazione, senza obblighi professionali o fiscali specifici. Il testo legislativo, in sostanza, riconosce il valore sociale, ambientale e culturale di chi si prende cura degli olivi, anche senza farne il proprio mestiere.

Nasce l’Elenco degli olivicoltori custodi

(Articolo 3) Per dare concretezza a questo riconoscimento, la legge istituisce un Elenco regionale degli olivicoltori custodi. Non si tratta di un semplice registro, ma di uno strumento operativo che consente agli iscritti di accedere a contratti di collaborazione con enti pubblici, di partecipare a convenzioni per la valorizzazione degli oliveti e di avere priorità in progetti di gestione sostenibile, formazione tecnica e promozione turistica.

L’inserimento nell’Elenco diventa così una porta d’ingresso a opportunità reali, che permettono di trasformare la cura degli oliveti in un’attività riconosciuta e sostenuta.

Le attività previste

(Articolo 2, comma 2 e Articolo 3, comma 2) Il testo normativo individua con precisione le attività che qualificano il ruolo del custode olivicolo. Tra queste figurano la manutenzione del paesaggio agrario, la difesa del suolo, la custodia della biodiversità rurale con particolare attenzione alle varietà olivicole locali, il contrasto all’abbandono dei terreni e al dissesto idrogeologico, e la tutela degli impollinatori attraverso la conservazione di siepi, boschi e cotichi erbosi.

La legge promuove, inoltre, la gestione sostenibile degli oliveti, con priorità per quelli storici o marginali, e incentiva la formazione tecnica su potatura, difesa fitosanitaria e raccolta.

Un capitolo importante è dedicato all’oleoturismo, con la possibilità di organizzare visite guidate, degustazioni e eventi culturali legati alla tradizione olivicola, trasformando gli oliveti in luoghi di esperienza e conoscenza.

Monitoraggio per la trasparenza

(Articolo 4) Per garantire trasparenza ed efficacia, il provvedimento prevede un sistema di monitoraggio e controllo, gestito dalle Regioni e dalle Province Autonome, che verificherà la corretta gestione degli oliveti e l’attuazione delle misure previste.

I benefici

(Articolo 5) Alla fine, per evitare impatti sulla finanza pubblica, è stata inserita una clausola di neutralità finanziaria: l’attuazione della legge avverrà con le risorse già disponibili, senza nuovi oneri per lo Stato. Ciò non toglie che, proprio attraverso risorse già disponibili in capo a Stato e Regioni, si possano attuare misure dedicate che consentano a tali olivicoltori alcuni benefici economici in termini di agevolazioni o sostegni.

Il consigliere regionale Alberto Bozza (Forza Italia), promotore della legge, ha dichiarato in aula: “Questi olivicoltori sono veri custodi del nostro patrimonio olivicolo. La mia proposta li riconosce come attori fondamentali nella conservazione e valorizzazione degli oliveti veneti. Ora seguirò personalmente l’iter alla Camera dei Deputati, affinché il Parlamento comprenda l’importanza di questa legge per il futuro dell’olivicoltura italiana.”  Bozza ha inoltre sottolineato come l’approvazione unanime, anche da parte delle opposizioni, dimostri la trasversalità del tema e la sua rilevanza per il territorio.

Con questa proposta, il Veneto si pone all’avanguardia nel riconoscere e valorizzare una figura spesso trascurata ma cruciale. Se il Parlamento ne confermerà l’impianto, centinaia di migliaia di cittadini potranno finalmente vedere riconosciuto il proprio impegno quotidiano nella tutela del paesaggio rurale.

Una nuova stagione si apre per l’olivicoltura italiana, più inclusiva, più sostenibile, più radicata nel territorio.
Il merito, in gran parte, va a chi ha saputo vedere il valore nascosto dietro ogni olivo curato con amore.

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Tags: in evidenza, olivicoltore, olivicoltura

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