Le sfide imposte dal mercato globale ed il mantenimento di quote commerciali remunerative impongono, oggi più che mai, l’adozione di tecniche colturali sostenibili, anche dal punto di vista economico, pena l’esclusione dai circuiti commerciali più ambiti. E negli impianti tradizionali e semi-intensivi degli oliveti è proprio la raccolta l’operazione che più fa lievitare il costo di produzione al litro dell’olio di oliva.
I sistemi di raccolta meccanizzati non solo consentono il contenimento dei costi, ma si rendono necessari in virtù della contingente difficoltà a reperire manodopera in agricoltura, oltre che per soddisfare tempi di raccolta ridotti e anticipati, per rispondere ai nuovi standard qualitativi. Ad oggi, i cantieri più efficienti per i sistemi olivicoli semi-intensivi prevedono l’accoppiata di una testata vibrante all’ombrello rovescio intercettatore, azionati da macchine semoventi, unità motrici diverse (es. trattrici, minipale, telescopici) o portate su macchine distinte (vedi foto).
La combinazione pinza ed ombrello è disponibile in diverse configurazioni e opzionali (es. diametro dell’ombrello, aste basculanti, apertura e frequenza di vibrazione della pinza) per adeguarsi alle esigenze aziendali più specifiche. Dati medi, desunti da prove di raccolta comparative, riportano come l’impiego di soluzioni meccanizzate provviste di ombrello intercettatore possano ridurre l’incidenza del costo dell’operazione fino al 75% rispetto all’impiego dei tradizionali abbacchiatori e reti a terra mosse da operatori.
Così come ormai irreversibile è il processo di modernizzazione degli impianti oleari, anche le operazioni di raccolta delle olive sono inevitabilmente destinate alla meccanizzazione che possa dal un lato esaltare e mantenere elevata la qualità del prodotto e dall’altro contenere le spese dell’operazione e, non ultimo, migliorare le condizioni di lavoro degli operatori coinvolti.
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