“Abbiamo contenuto l’aumento del 20% per i costi di molitura, confidando anche in un successivo credito di imposta. Ma viviamo alla giornata e non sappiamo se, persistendo l’impennata dei costi energetici, potremmo mantenere questi prezzi”.
Elia Menta, presidente del FOA – Frantoi Oleari Associati (nella foto), si fa interprete della preoccupazione dei colleghi della sua Sicilia che da inizio settembre hanno aperto la nuova stagione olivicola.
“I clienti si aspettavano aumenti maggiori – confida Menta – averli limitati a 3 o 4 centesimi al chilo di olive, è stato accettato bene. In fondo parliamo di circa 30 centesimi per chilo di olio quando le prospettive lasciavano temere il peggio. Per i costi di molitura in Sicilia siamo in una forbice compresa tra i 16/17 euro al quintale della zona del trapanese ai 23/24 euro di quella del messinese. Confidiamo di poter mantenere questi prezzi anche ad ottobre, ma qui la situazione evolve di giorno in giorno e non sappiamo cosa accadrà tra una settimana”.
Prime stime anche per i prezzi dell’olio imbottigliato venduto dal frantoio. “Si registra in questo caso – spiega Elio Menta – un aumento tra il 15 e il 20%. Diciamo che una bottiglia che veniva venduta lo scorso anno a 10 euro, ora si aggira intorno ai 12. Del resto anche i costi di imballaggio e confezionamento sono cresciuti a dismisura, il vetro di quasi il 40% ammesso che poi si riesca a trovare, il cartone del 30% e così via. Ovviamente l’imballaggio incide non per la parte preponderante di una bottiglia, cosicché l’aumento si è potuto contenere ad un range inferiore. Ed infatti per le lattine da 5 litri, viceversa, non si dovrebbero registrare tendenzialmente aumenti di sorta”.
Ultimo accenno a quantità e qualità: “Siamo di fronte ad una produzione inferiore del 30% rispetto alla passata stagione. Dalle prime raccolte vengono in sostanza confermate le stime che avevamo dato qualche settimana fa. La qualità, viceversa, è più che buona, nel rispetto della migliore tradizione dell’olio di questa isola”.