Destinato all’olio il 15% dei controlli della Repressione Frodi

L'incontro al Ministero con i rappresentanti della filiera olivicola-olearia dopo il forte calo dei prezzi. Le proposte per contrastare importazioni illegali, ma anche per intervenire sulle fragilità strutturali del settore
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Quello dell’olio di oliva resta uno dei settori più controllati dall’Ispettorato centrale della tutela qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari. Ammonta oggi al 15% del totale dei controlli e dal 2026 il monte ore complessivamente dedicato sarà ulteriormente ampliato grazie alle nuove assunzioni – circa 300 unità – che l’Ispettorato conta di mettere a regime il nuovo anno.

Il sottosegretario La Pietra

Sono le uniche novità emerse dall’incontro tra il sottosegretario all’Agricoltura Patrizio La Pietra e i rappresentanti della filiera olivicola-olearia, convocato per affrontare il repentino calo del prezzo dell’olio extravergine di oliva, sceso nelle ultime settimane di circa 2 euro al chilogrammo. Come dire: i controlli ci sono, le attenzioni su dogane, porti e movimentazioni non mancano e l’impegno a contrastare frodi ed importazioni illegali che trasformano in italiano olio di oliva straniero è costante.

A proposito di controlli e nell’obiettivo di prevenire eventuali irregolarità nelle importazioni, l’Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo) ha proposto l’estensione a livello europeo del registro telematico dell’olio e l’istituzione di una Commissione Unica Nazionale delle olive e di una dell’olio, strumenti utili a garantire una rilevazione dei prezzi più chiara, affidabile e condivisa.

Aifo ha colto l’occasione anche per presentare una serie di proposte volte a intervenire non solo sull’emergenza attuale, ma soprattutto sulle fragilità strutturali che da anni rendono il settore esposto a oscillazioni difficili da governare. “Per dare stabilità al mercato serve una strategia di lungo periodo capace di rafforzare l’intera filiera” hanno evidenziato dall’Associazione che ha ribadito l’importanza di un’aggregazione dell’offerta più solida attraverso Organizzazioni di Produttori realmente operative, sottolineando l’opportunità di rivedere a livello comunitario l’attuale OCM Olio per avvicinarla ai modelli che nel settore vitivinicolo hanno già prodotto risultati significativi. Parallelamente, è stato ricordato quanto sia necessario dotare la filiera di una vera Organizzazione Interprofessionale unica, stabile e funzionante, in grado di coordinare attività cruciali come la programmazione produttiva, la promozione, la raccolta dei dati e il dialogo con le istituzioni.

Alberto Amoroso

Un ulteriore tema affrontato riguarda il sistema delle DOP e delle IGP, che oggi interessa soltanto il 3% della produzione olivicola nazionale. Secondo Aifo, è necessario riformare la normativa per rendere il funzionamento delle denominazioni dell’olio più vicino ai modelli già adottati nei settori dei formaggi e dei vini, che nel tempo hanno dimostrato di saper generare valore aggiunto grazie a una governance più robusta e a una gestione consortile più efficiente. Una riforma in questo senso garantirebbe maggiore tracciabilità, un legame più forte con il territorio, una distribuzione più equa del valore lungo la filiera e una capacità di promozione più efficace, anche sui mercati esteri.

“Ringraziamo il sottosegretario La Pietra per la disponibilità e l’attenzione con cui ha ascoltato le nostre proposte – ha dichiarato il presidente di AIFO, Alberto Amoroso -. La sua volontà di portare avanti il lavoro sul piano olivicolo e di affrontare con determinazione le criticità del settore è un segnale importante. Ma per garantire stabilità al mercato servono scelte strutturali: occorre rafforzare l’aggregazione, migliorare la trasparenza, potenziare i controlli e valorizzare pienamente la qualità dell’olio italiano attraverso il sistema delle denominazioni. Aifo è pronta a collaborare con le istituzioni affinché queste riforme possano diventare realtà”.

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Tags: frantoiani, Frantoio, in evidenza, olio di oliva

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