Ecco i funghi che rinvigoriscono l’olivo in terreni siccitosi e salini

Gli interessanti risultati di uno studio condotto su piante in condizioni di vivaio
Tecnica e Ricerca
Views: 1K

di

L’olivo è la coltura cardine per il Mediterraneo, ma la sua crescita, in virtù dei cambiamenti climatici e di problematiche antropiche, è spesso ostacolata da condizioni ambientali difficili, come la siccità e l’elevata salinità del suolo. Uno studio condotto da Porras-Soriano e colleghi ha dimostrato che i funghi micorrizici arbuscolari (AMF) possono migliorare significativamente la crescita degli olivi, l’assorbimento dei nutrienti e la tolleranza alla salinità.

I funghi micorrizici arbuscolari stabiliscono un rapporto simbiotico con le radici delle piante, migliorando la loro capacità di assorbire acqua e nutrienti essenziali come azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Questi elementi sono fondamentali per la crescita delle piante e per la loro resistenza agli stress ambientali.

L’assorbimento dei nutrienti

Nei terreni agrari esistono almeno 25.000 specie fungine, rappresentando circa il 70% della biomassa microbica. I funghi tellurici si dividono in tre gruppi principali: saprofiti, patogeni e mutualistici. I funghi micorrizici arbuscolari, appartenenti al gruppo dei mutualistici, sono i principali costituenti della biomassa fungina e svolgono un ruolo cruciale nella salute del suolo e delle piante. Questi funghi, grazie alla produzione di glomalina, una glicoproteina contenente ferro, contribuiscono alla stabilità del suolo e all’assorbimento dei nutrienti.

Gli studiosi hanno coltivato piantine di olivo in condizioni di vivaio, inoculandole con tre specie di AMF: Glomus mosseae, Glomus intraradices e Glomus claroideum. Le piante sono state esposte sia a suoli normali che a suoli salini per valutare gli effetti della simbiosi micorrizica.

I benefici riscontrati

L’inoculazione con AMF ha portato ai seguenti benefici:
Aumento della crescita: gli olivi colonizzati da G. mosseae hanno mostrato un incremento del 163% della crescita della parte aerea e del 295% delle radici in condizioni normali, con un aumento ancora maggiore in suoli salini (239% e 468% rispettivamente).

– Maggiore sopravvivenza: dopo il trapianto, le piante micorrizate hanno avuto un tasso di sopravvivenza superiore rispetto alle piante non inoculate, con G. mosseae che ha garantito una sopravvivenza del 100% in condizioni non saline e del 92% in suoli salini.

– Migliore assorbimento dei nutrienti: l’assunzione di potassio, elemento cruciale per la regolazione osmotica e la resistenza alla salinità, è aumentata di 6,4 volte nelle piante colonizzate da G. mosseae rispetto ai controlli non micorrizati.

Questi risultati evidenziano il potenziale degli AMF come strumento biotecnologico per migliorare la coltivazione degli olivi, specialmente in zone caratterizzate da suoli poveri e salini. L’uso di questi funghi potrebbe contribuire a ridurre la necessità di fertilizzanti chimici, migliorando al contempo la produttività e la sostenibilità dell’olivicoltura.

Grazie alla capacità degli AMF di migliorare l’assorbimento dei nutrienti e la resistenza agli stress ambientali, il loro impiego potrebbe rappresentare una soluzione efficace per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla crescente salinità dei suoli agricoli.

www.thomasvatrano.com

Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter qui!

Iscriviti alla nostra newsletter!

Tags: funghi micorrizici aruscolari, in evidenza, terreni salini, Thomas Vatrano

Potrebbe piacerti anche

OliveCare Pro, più ricco il servizio manutenzione Pieralisi per i frantoiani
Olio di oliva, la Tunisia fa sul serio: ecco la nuova sfida!

Potresti leggere