Si riducono sempre più le scorte di olio extravergine di oliva italiano: al 31 luglio, secondo il puntuale report dell’Istituto Repressione Frodi (Icqrf), sono rimaste 45.200 tonnellate in giacenza, di cui circa 7.800 confezionato ed il resto sfuso (-12 mila rispetto al mese precedente). Ben più consistente le riserve di olio extravergine straniero: quasi 69 mila tonnellate, di cui 57.745 comunitario. Completano il quadro altre 47 mila tonnellate di categorie minori tra vergini, lampanti, raffinati e di sansa, per una dotazione complessiva di oli da olive pari a 162.160 tonnellate, l’8% in meno rispetto allo scorso anno.

A livello provinciale Perugia (17.179 tonnellate) surclassa Bari (11.426) che è tallonata da Siena (10.207). E a dirla tutto il capoluogo pugliese resta sul podio solo grazie a 7 mila tonnellate di olio di seconda scelta, di cui quasi 5 mila di olio di sansa. Record di lampante invece a Reggio Calabria (5.700 tonnellate) seguita da Brindisi (quasi 2 mila).
Al lumicino le disponibilità di olio biologico (18 mila tonnellate, equamente suddiviso tra extravergine italiano e straniero), anche qui con Toscana che si conferma leader davanti a Puglia e Umbria.
Relativamente alle produzioni certificate, da segnalare – oltre ad un residuo di 2,6 milioni di litri della Terra di Bari Dop – le giacenze dell’Igp Sicilia (1.066.186 litri) superiori a quelle dell’Olio Toscano Igp (1.027.430) con la Dop Val di Mazara dotata di una disponibilità 824 mila chili e la Dop Umbria di 507 mila.
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