Olio prodotto a settembre, i chiarimenti della Repressione Frodi

La "campagna di raccolta" delle olive non ha alcun legame con la "campagna di commercializzazione" degli oli e dunque non inficia sull'anno di appartenenza
Economia
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L’olio prodotto a settembre appartiene a tutti gli effetti di legge alla “campagna di raccolta” 2025, ancorché la “campagna di commercializzazione” prevista dai regolamenti comunitari decorra, per il settore oleario, dal 1° ottobre al 30 settembre dell’anno successivo.

Lo chiarisce l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi (Icqrf) in una comunicazione inviata alle Associazioni e Organizzazioni di categoria del settore oleario.

“È pervenuto a questo ICQRF – si legge – un quesito in ordine ai termini di decorrenza della ‘campagna di commercializzazione’ di cui all’art. 6 del Reg. (UE) n. 1308/2013, che, per il settore oleario, va dal 1° ottobre al 30 settembre dell’anno successivo”. In particolare, è stato chiesto se si debba tener conto di tale riferimento temporale per la definizione della “campagna di raccolta” delle olive di cui all’art. 11 del Reg. (UE) 2022/2104, da riportare in etichetta.

Al riguardo, L’Icqrf ribadisce che “la ‘campagna di raccolta’ non ha alcun legame con la ‘campagna di commercializzazione’, trattandosi di due definizioni differenti sia nella sostanza che nel fondamento legislativo. Infatti, la prima dicitura è strettamente legata al ciclo di fruttificazione dell’olivo, in particolare al momento della raccolta, mentre la seconda, come definita dal Reg. (UE) n. 1308/2013, è funzionale all’organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (OCM), nella fattispecie dell’olio d’oliva. Ne consegue che l’olio ottenuto nel mese di settembre appartiene alla medesima campagna di raccolta di quello prodotto nei successivi mesi autunnali/invernali”.

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Tags: in evidenza, olio di oliva, Repressione Frodi

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