In fase di concimazione tra gli aspetti più importanti da tener in considerazione c’è quello di determinare le caratteristiche chimico-fisiche del terreno e quindi valutare le condizione di fertilità. Tali informazioni sono utili per predisporre un corretto piano di fertilizzazione. Negli ultimi anni, a supporto degli agricoltori, sono sempre più diffusi i DSS – vale a dire Sistemi di supporto alla decisioni – e cioè software che consentono l’ottimizzazione della gestione agronomica del frutteto.

Tra le pratiche più sostenibili in tema di concimazione, quella del riutilizzo delle acque urbane affinate rappresenta una buona opportunità per migliorare la sostenibilità dell’olivicoltura. Infatti, non solo può essere considerata come una risorsa idrica alternativa da poter impiegare a scopi irrigui, ma anche una soluzione fertilizzante diluita vista la presenza di marco-meso e micro nutrienti.

L’esperimento, in corso a Gallipoli, che vede l’impiego di acque reflue urbane affinate, accompagnate da un DSS, sta dando interessanti risultati e rappresenta un chiaro esempio di economia circolare; la soluzione fertilizzante diluita distribuita in ogni terreno, tramite fertirrigazione, mette a disposizione delle colture azoto, fosforo (bassa quantità) e potassio, garantendo un apporto costante di nutrienti e di fatto incrementando l’efficienza della concimazione.
Nell’oliveto di Gallipoli, dopo il primo di due anni di sperimentazione, si è potuto accertare che l’irrigazione con acque reflue urbane affinate ha consentito ai produttori di ottenere gli stessi risultati produttivi con un apporto di concime più contenuto. Insomma, l’utilizzo di risorse idriche alternative accompagnate dall’uso di nuove tecnologie, potrebbe permettere di realizzare una produzione agricola a basso impatto ambientale con benefici per tutto il territorio Salentino, caratterizzato da scarsità cronica di risorse idriche. Si tratta di una pratica che può trasformarsi in un beneficio per tutte le comunità agricole e, soprattutto, consentirebbe di ridurre l’impetto del sistema produttivo agricolo sul territorio pugliese. Un modo per concretizzare la logica dell’economia circolare che può tradursi in una sensibile riduzione della produzione di rifiuti e in un vantaggio competitivo per le aziende agricole del territorio.




















