L’occhio di pavone, il cui agente patogeno è Venturia oleaginea, rappresenta una delle principali problematiche fitopatologiche per gli oliveti delle aree mediterranee, con gravi ripercussioni sulla salute delle piante. La malattia causa filloptoso (caduta anticipata delle foglie), compromettendo la fotosintesi e riducendo la resa e la qualità delle olive, che si riflette sulla produzione dell’olio.
La gestione efficace di Venturia oleaginea è fondamentale per preservare gli oliveti e la qualità del prodotto finale e, negli ultimi anni, sono stati sviluppati nuovi approcci per il suo controllo, che combinano soluzioni innovative a metodi tradizionali.
La sperimentazione
Recenti studi condotti in un oliveto situato nella regione di Kafr Qud, in Palestina, hanno esplorato l’efficacia di vari trattamenti fungicidi per contrastare la malattia, confrontando fungicidi sistemici, rame ossicloruro e composti di rame a bassa concentrazione.
I trattamenti sono stati applicati in tre momenti specifici durante l’anno (febbraio, aprile e agosto), con l’obiettivo di determinare quale approccio fosse il più efficace nel contenere l’infezione e limitare i danni all’oliveto.
I risultati
I risultati hanno mostrato che fungicidi come l’azoxistrobina, combinato con difenoconazolo, hanno avuto un’azione sistemica efficace, penetrando nelle foglie e riducendo la defogliazione. Questi fungicidi hanno rallentato la progressione della malattia, migliorandone la protezione, in particolare durante i periodi più critici per l’infezione.
Al contempo, il rame ossicloruro, pur essendo un approccio tradizionale, ha mostrato una buona efficacia contro il patogeno, sebbene con un impatto maggiore sull’ambiente rispetto ad altri approcci. Un altro trattamento interessante è stato l’utilizzo di composti di rame a bassa concentrazione, come il rame complessato con gluconato e lignosulfonato, che riducono significativamente la quantità di rame metallico utilizzato, ma mantengono un’efficace protezione contro Venturia oleaginea.
Questo tipo di fungicida offre il vantaggio di limitare l’inquinamento ambientale, un aspetto sempre più importante nella gestione sostenibile delle malattie delle piante.
L’importanza temporale
Un aspetto cruciale che emerge dallo studio (Leen Almadi et al. 2024) è la tempistica dei trattamenti. L’applicazione regolare dei fungicidi in periodi specifici durante l’anno si è dimostrata fondamentale per ottenere un controllo efficace della malattia. I trattamenti effettuati a intervalli regolari, in particolare nei periodi di maggiore attività del patogeno, sono risultati decisivi nel ridurre la diffusione della malattia e proteggere le foglie da ulteriori danni. L’efficacia di questi trattamenti non si limita alla sola protezione contro il patogeno, ma si estende anche ai benefici sulla salute complessiva dell’oliveto. I trattamenti hanno ridotto la caduta delle foglie infette e stimolato la crescita delle infiorescenze, con effetti positivi sulla produttività e sulla qualità delle olive. Le piante trattate hanno mostrato una vegetazione più sana, con un incremento della resa e una qualità superiore del raccolto, fattori che contribuiscono a ottenere un olio d’oliva migliore.
Conclusioni
La combinazione di fungicidi a bassa concentrazione e soluzioni più sistemiche, come l’azoxistrobina, consente non solo di ridurre i danni causati dal patogeno, ma anche di limitare l’impatto ambientale, rendendo la gestione della malattia più sostenibile.
La gestione di Venturia oleaginea è quindi una questione complessa, ma con l’adozione di approcci innovativi e sostenibili, è possibile garantire la salute degli oliveti e la qualità del prodotto. L’integrazione di fungicidi più sostenibili, combinata con pratiche di gestione integrata, rappresenta la chiave per affrontare questa malattia in modo efficace, riducendo al minimo l’uso di rame metallico. In prospettiva, l’adozione di questi nuovi approcci di lotta consentirà agli olivicoltori di ottenere raccolti più sani, preservando al contempo l’ambiente e la salute del consumatore.