Cimice asiatica, attesi ridotti fenomeni di cascola

Dell'Oro: "Pressione inferiore, ma occorre restar cauti"
Tecnica e Ricerca
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“Come prevedibile, si attende nei prossimi giorni un sensibile incremento dei fenomeni di cascola verde come conseguenza dell’attività trofica delle forme giovanili di Halyomorpha halys (cimice asiatica) ormai in atto da diversi giorni/settimane”. L’agronomo Michele Dell’Oro (nella foto), mostra nella pagina social Olivicoltura CisAlpina di cui è amministratore le prime foto di cimice e cascola e spiega: “Le forme giovanili, nelle differenti età, si nutrono a scapito dell’oliva. Dopo ore/giorni l’oliva cade verde, parzialmente o totalmente secca variabilmente con il decorso climatico. Infestazioni relativamente contenute possono causare danni notevolissimi anche in anni di buona carica come questo”.
La buona notizia è che il fenomeno, sviluppatosi ormai da diverso tempo prevalentemente  negli oliveti del Nord Italia, quest’anno sembra più attenuato rispetto al passato, anche se Dell’Oro precisa a olivonews.it: “Nelle due province del lago di Como che sto monitorando la pressione sembra decisamente inferiore rispetto allo scorso anno, ma bisogna essere sempre cauti e non sbilanciarsi”.
A partire dalla fase di post-allegagione e via via fino all’epoca di pieno indurimento del nocciolo, il fenomeno della cascola derivante dalla cimice asiatica si amplifica e si protrae fino ad interessare, in molti casi, l’intero ammontare delle olive presenti sugli alberi. Sopraggiunto il pieno indurimento del nocciolo, la cascola verde rallenta sensibilmente. Circa la strategia di contenimento, l’unico dispositivo registrato è quello della deltametrina, un principio attivo che però è considerato da alcuni poco selettivo.
“Si stanno sperimentando – continua Dell’Oro – anche strategie di cattura massiva con le trappole o lanci dell’antagonista naturale, vale a dire la vespa samurai, che potrebbe essere una opportunità di risolvere il problema nel breve periodo”. Di cimice asiatica e cascola verde delle olive nel nord Italia si è cominciato a parlare ormai cinque anni fa quando in diversi areali si erano verificate perdite consistenti. Tra chi parlava di condizioni ambientali sfavorevoli e chi di recrudescenza di patologine fungine, di fatto analizzando l’espansione della cimice dalle regioni olivicole del Nord-Est a quelle del Nord-Ovest è apparsa subito evidente la corrispondenza spazio-temporale tra la sua colonizzazione e la parallela diffusione del fenomeno della consistente cascola precoce delle olive.

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Tags: cimice asiatica, in evidenza

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