L’inizio della maturazione e una conveniente induzione fiorale

Entriamo in uno dei momenti più delicati per l'olivo
AIPO
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Ancora qualche giorno e saremo nella fase di allegagione, in cui inizia a formarsi il frutto. E’ uno dei momenti più delicati per l’olivo, impegnato da una parte nel primo sviluppo delle olive, dall’altra nella prima fase di differenziazione o induzione fiorale, dove si programma la produzione per il prossimo anno ed in cui sono coinvolti fattori ormonali e nutrizionali.
L’esigenza del periodo è così rivolta a garantire alla pianta un bilanciato apporto di rinvigorenti, fertilizzanti e corroboranti, per un corretto sostegno fisiologico, evitando l’insorgenza di sbilanci nutrizionali, favorendo la maturazione delle olive.
Se non si sono dati adeguati apporti di fertilizzanti nell’autunno scorso o alla ripresa vegetativa, l’azoto non è entrato nel piano di concimazione dell’oliveto. E’ dunque il momento di organizzare una fertilizzazione di soccorso o di mantenimento, utilizzando concimi fogliari o anche al suolo.
Da considerare che, tra il mese di aprile e la prima decade di giugno, si sono avute abbondanti precipitazioni. E’ facile, pertanto, che nei terreni vi sia stato un impoverimento di azoto – sia sotto forma nitrica che ammoniacale – per lisciviazione o dilavamento, vale a dire una filtrazione dagli strati superficiali del suolo verso quelli più profondi, per effetto della percolazione delle acque piovane. In questi casi – laddove la disponibilità di azoto risulta limitata – sarebbe opportuno una sua integrazione, ad esempio portando per via fogliare urea 0,8% – 1% per ettolitro d’acqua, o di nitrato di potassio per un 1%, o di fosfato biammonico per 1,5%.
Le foglie dell’olivo, in condizioni ambientali favorevoli, assorbono il 50-70% dell’azoto somministrato entro un giorno dall’aspersione, soprattutto attraverso la pagina inferiore delle foglie. Assorbimento questo che avviene più facilmente rispetto al fosforo.
Da considerare che l’assorbimento fogliare aumenta con il prolungamento del contatto tra soluzione fertilizzante e foglia. Più la foglia rimane umida, più assorbe, mentre si riduce molto una volta che la foglia si asciuga.
L’aggiunta di sostanze bagnanti alla soluzione fertilizzante aumenta l’efficacia del trattamento, poiché le cere della cuticola fogliare respingono l’acqua, per cui il bagnante garantisce un maggior periodo di permanenza della soluzione sulla foglia. Allo stesso tempo un’elevata umidità atmosferica rallenta l’asciugatura dopo la somministrazione.
Sono sfavorevoli all’assorbimento della soluzione fertilizzante irrorata le alte temperature, la bassa umidità e la ventosità, vale a dire tutto ciò che asciuga la foglia.
Occorre così evitare di attuare fertilizzazioni fogliari in giornate ventose o con umidità relativa inferiore a 70% e in corrispondenza delle ore più calde della giornata, con temperatura superiore a 25 °C. Va pertanto preferito il mattino presto o verso sera.
Una considerazione a parte va fatta per il fosfato biammonico, perché ha una buona concentrazione di azoto e fosforo ed è molto solubile; in questo mese di giugno può essere dato al suolo – circa 0,800 – 1 kg pianta – perché rilascia subito ammonio e fosforo, che si rendono disponibili in breve tempo, ma libera anche ioni ammonio che, avendo carica positiva, si legano con facilità ai colloidi e alla matrice organica del suolo, perciò non si dilavano. Gli ioni ammonio sono poi trasformati dai batteri del suolo in ioni nitrato e sono prontamente assorbiti dalle radici dell’olivo.
Poi abbiamo il fosforo, il quale gioca un ruolo fondamentale in queste prime fasi di sviluppo dell’oliva e, per quanto riguarda le epoche di somministrazione, potrebbe ben seguire quelle dell’azoto.
Il fosforo ha una domanda limitata da parte dell’olivo, dato che i fabbisogni sono modesti e in genere sono soddisfatti dalla dotazione naturale del terreno. Però dove l’olivo è posto in suoli calcarei, con un ph oltre i 7.5, il suo assorbimento diventa un problema, perché si lega al calcio, e le radici, in questo casi, non riescono a prenderlo.
Lo stesso accade quando l’olivo è su suoli acidi, con ph uguale o inferiore a 6: in questi casi il fosforo si lega all’alluminio.
Il fosforo è il costituente della vigorosità e stabilità dei tessuti: un loro irrobustimento determina a una maggior resistenza della pianta agli attacchi di organismi patogeni e parassiti.
La pianta d’olivo si avvantaggia molto anche di biostimolanti e corroboranti, come distillati di legno, prodotti a base di amminoacidi, vegetali e animali, glicina betaina, che agiscono a concentrazioni molto basse, più performanti se con trattamenti ripetuti. In molti casi, valutando l’etichetta, permettono la miscibilità con altri prodotti fertilizzanti o agrofarmaci, per cui l’applicazione può essere effettuata anche in occasione di interventi fitosanitari contro patogeni, quali mosca dell’olivo e parassiti fungini.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, fertilizzanti, in evidenza

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