La notizia è di quelle che destano scalpore! Specialmente per chi continua a ripetere che l’olio extravergine italiano non ha rivali in fatto di qualità e dunque è giustificato un prezzo maggiore rispetto agli altri, in particolare gli oli spagnoli. Ebbene, come rilevato dal quotidiano iberico Olimerca che cita come fonte il Dipartimento del Commercio americano, Bureau of Census, “per la prima volta nella storia, i nordamericani hanno pagato di più per il nostro oro liquido che per quello italiano. Il prezzo medio degli oli d’oliva provenienti dalla Spagna importati tra gennaio e giugno 2024 è stato di 8,81 euro al chilo, rispetto a 8,62 euro per quelli provenienti dall’Italia”.
Cancellato un secolo di leadership
Per capire cosa significa questo dato, bisogna partire da lontano, e cioè da quando fu la comunità italo-americana alla fine del XIX secolo ad introdurre l’olio di oliva negli Stati Uniti, un mercato che da allora è stato tradizionalmente dominato dagli oli provenienti dalla penisola.
Nel corso dei decenni, con l’aumento della produzione di olio della Spagna, quest’ultima ha ottenuto la leadership nei quantitativi venduti, ma l’apprezzamento dei consumatori verso l’olio di oliva italiano è rimasto inalterato sul prezzo che restava sempre maggiore.
“Un decennio fa – ricorda Olimerca – gli oli d’oliva spagnoli raggiungevano quel mercato ad un prezzo inferiore di circa il 25% rispetto a quelli italiani. In anni come il 2019, tale differenziale ha superato il 30%. Nel 2023, invece, il divario di prezzo si è ridotto a poco più del 7% e si è invertito nel 2024 quando gli oli d’oliva spagnoli sono stati commercializzati a un prezzo superiore di oltre il 2% rispetto a quelli italiani: 8,81 euro al chilo, rispetto a 8,62 in Italia”.
Un mercato in continua ascesa
Raffrontando il primo semestre del 2023 con quello di quest’anno, si evidenzia che da gennaio a giugno 2024 la Spagna ha esportato negli Stati Uniti il 20,50% in più di olio d’oliva, sfiorando le 70.000 tonnellate (10.000 in più dell’Italia) e superando così il 35% del totale delle importazioni Usa (che sono state pari a 195.800 tonnellate). Ma, come detto, il dato più rilevante è quello delle vendite a prezzo più alto che ha permesso alla Spagna di registrare nel semestre un fatturato record di 611 milioni di euro, il il 105% in più rispetto a un anno fa.
Rafael Pico, responsabile della Promozione Estera dell’Interprofessionale Spagnola dell’Olio d’Oliva ha dichiarato che “di questo passo, è molto probabile che gli Stati Uniti superino le 400.000 tonnellate di oli d’oliva importati. Ciò significa che quel Paese può diventare il primo consumatore al mondo, superando Spagna e Italia. È facile quindi comprendere l’importanza che il mercato riveste per il nostro settore. Riteniamo infatti che queste magnifiche cifre siano il risultato del lavoro di promozione che il settore porta avanti in quel Paese da diversi decenni.” Aggiungendo che “ovviamente ciò non significa che non ci sia molto lavoro da fare, ma dimostra chiaramente che stiamo riuscendo a generare un maggiore valore aggiunto per i nostri oli d’oliva in tutto il mondo”.
(foto di copertina tratta da OilMeridiam)
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