Malgrado le previsioni per la prossima campagna olearia in Italia lascino immaginare una crescita sostanziale rispetto allo scorso anno – come anticipato da Olivonews – non dovrebbero esserci modifiche nella classifica dei paesi maggiormente produttori di olio di oliva. È quanto stima l’Ufficio Economico di Aipo – Associazione interregionale produttori olivicoli, tramite la propria rete di contatti nei paesi del bacino del Mediterraneo che, come noto, rappresentano il cuore pulsante dell’olivicoltura mondiale.
In base a tali stime la Spagna consoliderà la propria leadership con una crescita significativa (da 1,4 a 1,7 milioni di tonnellate, +24%).
La Turchia perderà qualcosina ma si confermerà al secondo posto con oltre 430 mila tonnellate.
Si registrerà l’impennata produttiva della Tunisia che passerà da 220 a più di 350 mila tonnellate (+61%).
Si riprenderà la Grecia che supererà le 300 mila tonnellate (+22%).
L’Italia, dunque, confermerà il quinto posto dello scorso anno mantenendosi sulle 300 mila tonnellate (+21%). Una posizione ben lontana da quella di un decennio fa che la vedeva unico paese di riferimento dopo la Spagna. A debita distanza Portogallo con 200 mila tonnellate e Marocco con 90 mila che registrano aumenti modesti.
Complessivamente, la produzione olearia dell’area mediterranea dovrebbe crescere di circa il 20%, passando da 2,8 a 3,4 milioni tonnellate di olio.
Il risvolto positivo per l’Italia potrà essere rappresentato dalla dinamica dei prezzi. Se infatti per gli oli standard è immaginabile una discesa, per gli oli di qualità nazionali dovrebbe essere assicurato un valore ancora molto interessante, come ben spiega l’analisi di Roberta Ruggeri, dell’Ufficio economico di Aipo, nel video di questa settimana.
