“Il problema c’è e non va sottovalutato. È una sentenza che colpisce i frantoi, su questo non ci sono dubbi. E soprattutto ci preoccupa il principio adottato”.
Paolo Mariani, presidente di Assofrantoi, chiarisce subito che la notizia riportata da OlivoNews sulla sentenza del Consiglio di Stato che applica il principio del “first food” per la sansa, non va affrontata superficialmente.

Da che deriva questa preoccupazione, presidente?
“Da molteplici aspetti. Chiariamo che la sentenza specifica che il doppio incentivo del Gse sulla sansa va tolto solo ai pochi impianti che realizzano biometano avanzato, e dunque non alla miriade di biodigestori presenti oggi in Italia a cui molti frantoi conferiscono. Ma questo non ci tranquillizza per niente”.
Andiamo per ordine.
“Innanzitutto non abbiamo dati statistici che ci indicano quanta sansa viene utilizzata dagli impianti di biometano avanzato. E dunque prima bisogna valutarne la percentuale rispetto al totale prodotto dai frantoi in Italia, poi fare due calcoli, quindi capire che evoluzione futura potranno avere tali impianti che, a questo punto, hanno tutto l’interesse di incrementare l’acquisizione di sansa. Aggiungo: la sansa, una volta uscita dal sansificio, va comunque inviata al biodigestore. E qui nasce un altro problema”.
Quale sarebbe?
“Che sansifici e operatori di biodigestori decidano tra loro quanto olio va tolto dalla sansa per restare quest’ultima utilizzabile ed efficace al passaggio poi nel biodigestore. E con esso anche tutti gli aspetti economici, tagliando fuori i frantoiani che sono i veri produttori di sansa e che diventano terzi incomodi o, peggio, dimenticati”.
La via d’uscita?
“La via d’uscita è evitare fughe in avanti, ma fare fronte comune. Questa sentenza di fatto non crea una libera concorrenza, anche se rispetta le norme che prevedono di privilegiare la filiera alimentare. Il principio adottato toglie inoltre ogni ruolo ai frantoiani e può costituire un precedente per tante altre situazioni che riguardano gli aspetti energetici dei sottoprodotti del settore oleario dove la categoria può invece dire la sua”.



















