Abbiamo in giacenza in Italia il doppio dell’olio extravergine straniero che detenevamo un anno fa. Con dati riferiti al 30 settembre scorso – secondo la puntuale analisi dell’Istituto Repressione Frodi che monitora i registri telematici degli oli – nei serbatoi nazionali sono presenti circa 60 mila tonnellate di olio extravergine europeo ed extra Ue. Erano 30 mila alla stessa data del 2024.
Viceversa, sono pari ad appena 30 mila tonnellate le scorte di olio extravergine italiano (che erano di 40 mila tonnellate al 30 settembre 2024). Insomma: la produzione nazionale rimasta per l’Evo è appena un terzo di quella complessiva.
Giocoforza cambia in maniera sostanziale la geografia delle regioni detentrici di olio con la Puglia – regina della produzione nazionale – che, con quasi 29 mila tonnellate lascia il primo posto alla Toscana delle grandi industrie olearie che ne può contare oltre 30 mila. E la stessa Bari, in fatto di province, si vede surclassare da Perugia e tallonata da Lucca e Siena,

Di olio biologico ne restano 14 mila tonnellate, quasi tutto extravergine, di cui oltre il 58% straniero. Tra gli oli certificati, solo Terre di Bari Dop ha più d un milione di litri ancora a disposizione (1,3 per l’esattezza), mentre le Igp Toscano e Sicilia si attestano sui 600 mila litri e le Dop Umbria e Mazara a 380 mila litri.



















