Produzione mondiale di olio di oliva, l’Italia risale al terzo posto

Il nostro paese in recupero rispetto alla precedente campagna, ma è in Tunisia che è attesa una produzione record. Tiene la Spagna nettamente prima, male Grecia e soprattutto Turchia, a sorpresa scavalcate da altri due paesi. Ecco le ultime stime
Economia
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Ora che anche l’industria olearia, al pari di Coldiretti-Unaprol-Foa, concorda con le stime iniziali di OlivoNews sulla produzione di olio di oliva della prossima campagna olearia in Italia – pari a circa 300 mila tonnellate – è interessante verificare come il nostro paese si posizionerà nel mercato mondiale.  Con l’ausilio di una indagine condotta dai colleghi del giornale spagnolo Mercacei, siamo in grado di proporre le previsioni attese nei principali paesi produttori di olio di oliva, a cominciare dalla Spagna. Ebbene, a ben guardare, c’è da registrare come l’Italia risalga le posizioni rispetto allo scorso anno quando, con 248 mila tonnellate, era scesa al quinto posto. Ora, se le proiezioni saranno confermate, la nostra penisola potrà tornare a salire sul podio, sia pure nel gradino più basso, quello della terza posizione, dietro la Spagna che conferma i suoi numeri rispetto allo scorso anno ed una sorprendente Tunisia. Dietro il nostro paese si ritrovano Grecia e Turchia (che lo scorso anno l’avevano superata) che potrebbero essere scavalcate anche dal Marocco. In ripresa anche il Portogallo. Ecco, di seguito, le stime paese per paese tra i principali a vocazione olivicola del Mediterraneo dove si produce la stragrande maggioranza dell’olio di oliva mondiale.

Spagna

Il Ministero dell’agricoltura stima una produzione di olio a circa 1.372.000 tonnellate, in calo del 3% rispetto alla passata campagna, ma del 19% in più rispetto alla media delle ultime sei che sono state ostacolate dalla siccità, in particolare quelle del 2023/24 e del 2022/23.

Le abbondanti piogge primaverili hanno consentito un’eccellente fioritura e allegagione, con un conseguente raccolto molto abbondante. Tuttavia, la stima è stata ridimensionata dalle elevate temperature estive registrate nelle principali zone di produzione, che hanno inciso negativamente sulle olive. Per regione, la stima riflette un calo del 5% in Andalusia, dove la produzione potrebbe raggiungere 1.080.900 tonnellate, circa il 79% del totale nazionale. La produzione diminuirà anche nella seconda regione produttrice, Castiglia-La Mancia, dove si prevedono 121.500 tonnellate, il 17% in meno rispetto alla stagione 2024/25.

Grecia

Nella Grecia si stima una produzione di poco superiore alle 200.000 tonnellate, in calo di circa il 15% rispetto allo scorso anno, quando si era attestata a 240 mila. Di queste, 90.000 tonnellate proverranno dal Peloponneso e 50.000 da Creta, isola dove si registrerà la riduzione più significativa per la prolungata siccità. Il clima secco, con scarse precipitazioni, non ha fatto registrare attacchi di mosca dell’olivo o malattie fungine.

Tunisia

Le abbondanti precipitazioni durante tutto l’anno, compresa l’estate, distribuite uniformemente in tutte le zone olivicole, lasciano pensare ad una raccolta record per il paese nordafricano, addirittura con stime che superano le 450 mila tonnellate e si avvicinano alle 500 mila. Fatto questo che lascia prevedere che le operazioni di raccolta e molitura proseguiranno fino alla tarda primavera.

Marocco

Le stime iniziali di per il Marocco indicano una produzione approssimativa di 240.000 tonnellate di olio d’oliva. Ma si ritiene che, qualora le condizioni meteorologiche miglioreranno da qui a novembre, si potranno raggiungere livelli ancora più elevati. Le stime attuali degli operatori del settore oleicolo marocchino indicano un aumento della produzione tra il 50% e il 60% rispetto alla produzione di un anno normale, stimata tra 160.000 e 180.000 tonnellate. La maggior parte di questa produzione proviene da oliveti irrigui tradizionali e da oliveti giovani a coltivazione intensiva. Questi oliveti irrigui (tradizionali e intensivi) rappresentano circa il 30% della superficie olivicola del Marocco, stimata in 1.220.000 ettari.

Turchia

Dopo la produzione record dell’anno scorso, l’anno di scarica e le condizioni meteo potrebbero comportare un crollo produttivo, scendendo a 170 mila tonnellate di olio, praticamente meno della metà della precedente campagna. Ad influire le alte temperature in aprile che hanno danneggiato le gemme fiorite, impedendo loro di produrre frutti, a cui si è aggiunta un’assenza di pioggia da da giugno a settembre che ha ostacolato lo sviluppo dei frutti.

Portogallo

Dopo un inverno e una primavera caratterizzati da forti piogge, la fioritura in Portogallo è stata abbondante, ma l’allegagione non è stata quella attesa. Il caldo che ne è seguito, infatti, se da un lato ha permesso alla mosca dell’olivo di non intaccare le drupe, allo stesso tempo ha ridotto le aspettative. Gli operatori ritengono pertanto che il Portogallo produrrà quest’anno tra le 180.000 e le 200.000 tonnellate di olio.

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