Dopo il grido disperato di Giorgio Pannelli che esortava “Svegliamoci!” per evitare la drammatica fine della olivicoltura italiana, ecco ora l’appello di Barbara Alfei (nella foto): “Neuroni in posizione ON!”

La proposta concreta su come gestire e recuperare gli oliveti tradizionali è stata gridata ad alta voce da Giorgio Pannelli su OlivoNews: vaso policonico senza se e senza ma, gestione del terreno, salvaguardia del suolo e dell’ambiente.
Barbara Alfei, quali altre soluzioni adottare?
“Il recupero e la valorizzazione della biodiversità olivicola, così ricca e variegata in Italia come in nessun altro paese al mondo. È un tesoro, che dobbiamo custodire e che rischiamo di perdere, correndo dietro alle proposte miracolose”.

“Ripeto, accendete i neuroni, facciamoci qualche domanda. Quanto costa l’impianto? Acquisto di 2000 piante anziché 300, palificazione, impianto di irrigazione…e poi i costi di gestione.
Quanto dura l’impianto? Quando andrà in tilt, perché le piante necessariamente andranno in competizione e la vita economica dell’oliveto volgerà al termine, che faremo? Espianteremo (e quanto costerà?) e ripianteremo? O lasceremo i problemi a quelli che vengono dopo, i quali non riusciranno a gestirli. E di nuovo il destino sarà l’abbandono, di un bosco in questo caso. Ed ancora, le varietà: quante sono quelle che apparentemente funzionano? Da dove vengono? Si adattano a tutti i climi e a tutti i terreni? E poi, funzionano veramente quelle italiane proposte in alternativa alle solite note? Quanta acqua dobbiamo dare? Quanto concime? Quanti terreni si adatterebbero per composizione e orografia?
Il sistema è collaudato abbastanza? Chi dovrà verificare, gli olivicoltori a loro spese o gli istituti di ricerca? E soprattutto… che fine farà la biodiversità? La vogliamo relegare a zone marginali, terreni scoscesi e impervi, terrazzamenti, zone di montagna?
E se ridurremo drasticamente il numero delle varietà, piantando solo poche e sempre le stesse in tutta Italia, alla faccia della compatibilità ambientale, che assume sempre più importanza in epoca di cambiamenti climatici, che succederà quando arriverà il virus o batterio “pincopallino”, alle quali queste saranno sensibili?
E poi, che olio intendiamo produrre? Un extravergine generico, che in altre zone del mondo riusciranno sempre a produrre a prezzi più competitivi rispetto a noi?
E l’olio …quanto deve costare? Un anno sfortunato come questo ha portato un considerevole aumento del prezzo delle olive e dell’olio. E per fortuna! Ma servono le annate negative per restituire il giusto valore all’olio? Non possiamo continuare a correre dietro al prezzo, tentando la riduzione drastica dei costi di produzione, andando incontro a mille problematiche, compreso lo sfruttamento del suolo, della risorsa idrica sempre più preziosa, l’impatto della chimica per concimazioni e trattamenti fitosanitari, lo scarso rispetto dell’ambiente, in un’epoca in cui i cambiamenti climatici ci fanno riflettere e si sta tornando indietro su molte scelte del passato, compresa l’intensificazione culturale”.

Restituiamo dignità all’olivicoltura in poche mosse:
– Conosciamo l’olivo, fino in fondo.
– Studiamo, acquisiamo competenze in tutta la filiera, oppure affidiamoci a professionisti e non al …. come faceva nonno.
– Salviamo la biodiversità e rispettiamo la territorialità delle varietà, puntiamo sulle autoctone, con le loro tolleranze e suscettibilità: non esiste la varietà “supereroe”, adatta a tutti i climi, terreni ed esigenze.
– Progettiamo razionalmente i nuovi oliveti, senza affidarci ai vivaisti per le scelte varietali.
– Produciamo un olio che vada oltre la qualità generica (rispondenza ai requisiti chimici e sensoriali per la categoria extravergine), che abbia una forte identità.
– Manteniamo gli oliveti tradizionali, le piante storiche, capaci di generare bellezza, di caratterizzare i territori, di regalare benessere, di creare lavoro ai giovani motivati e preparati.
– Valorizziamo l’olio, arricchendolo di tutto quello che ruota intorno al concetto di terroir: storia, arte, cultura, tradizioni, territorio, olivi monumentali, ricette tipiche e, alla base di tutto, il produttore, il vero protagonista, colui che ci mette la faccia, la professionalità ed il cuore.
– E soprattutto, facciamo squadra!!
Sfide impegnative, non crede?
“Servono importanti sinergie: gli oliveti non saranno abbandonati se dimostriamo ai giovani che si può produrre reddito anche dall’olivo, se la gestione e la potatura vengono fatte in maniera razionale, se si salvaguarda l’ambiente e quindi la salute di chi ci vive, se si valorizza l’olio, vendendolo ad un prezzo che sia remunerativo; dall’altra parte, i consumatori devono capire che l’olio di qualità e tipico ha un valore sensoriale, nutrizionale e salutistico tale da non poterlo sostituire con altri grassi, e devono essere disposti a pagarlo il giusto prezzo. È necessario fare rete nelle comunità locali per sostenere il reddito dei produttori e dei trasformatori, acquistando olio di grande qualità a prezzo remunerativo consentendo quindi, tutti insieme, la salvaguardia del territorio, facendo in modo che i giovani restino in loco occupandosi, con la loro capacità imprenditoriale, della manutenzione e della valorizzazione degli oliveti e del relativo territorio, penso a muretti a secco, abitazioni storiche, olivi secolari, paesaggio agrario, cultura locale, ecc.
In questo senso la legge sull’oleoturismo offre un contributo importante alla valorizzazione non solo del patrimonio olivicolo, ma anche della storia e della cultura dei territori. Ecco perché con AMAP sosteniamo da sempre i monovarietali con la Rassegna Nazionale: è il naturale percorso di un prodotto ottenuto da una varietà specifica di quel territorio, autoctona, con le sue peculiari proprietà che ne esaltano l’identità e l’unicità.
Insomma, per chiudere… Non esistono scelte giuste o sbagliate a prescindere. L’appello è: accendiamo i neuroni! Ascoltiamo consigli, apriamoci a tutte le proposte, valutiamo tutte le possibili scelte, soppesando i pro e i contro, non solo nell’immediato, ma anche nel breve e lungo periodo, e poi scegliamo consapevolmente la nostra strada, disposti a difendere le decisioni prese ed assumerci pienamente rischi e responsabilità”.
Sfoglia gratuitamente l’Olivo News cliccando qui



















