Conclusa la raccolta delle olive o anche dopo aver portato a termine una sua parte, è importante disinfettare le chiome e i tronchi degli alberi, perché gli strumenti utilizzati, come gli abbacchiatori, rastrelli raccogli olive o altri dispositivi meccanici, provocano lesioni alle foglie, ferite e rotture a rami e ramificazioni, con il rischio di far contrarre infezioni.
Potrebbe diventare utile anche togliere i rametti rotti, per evitare che, rimanendo sulla pianta e seccandosi, diventino anch’essi punto d’entrata per parassiti fungini o batterici, come l’occhio di pavone, i cancri rameali, la piombatura, la lebbra e la rogna dell’olivo. La pratica della disinfezione va eseguito con scrupolo e contribuirà a mantenere in salute le piante d’olivo, utile anche perché è attuata in un periodo, l’autunno, dove umidità e temperature sono ancora favorevoli allo sviluppo e diffusione di patogeni fungini e batterici.
I principi attivi adatti a quest’operazione sono i composti rameici, come la poltiglia bordolese o l’ossicloruro di rame.
In particolare la poltiglia bordolese alcalina, costituita da solfato di rame e calce idrata, si presenta come la più appropriata.
Benché ottenuta con un eccesso di calce, quindi meno attiva, la poltiglia bordolese alcalina aderisce bene alle superfici vegetali, risultando persistente e resistenza alla pioggia. Se da un lato le precipitazioni tendono a dilavarla, dall’altro garantisce che lo ione rame, contenuto nel solfato, si disperda meglio sulle parti vegetali e attui la propria attività di prevenzione antimicrobica, diventando in questo modo un prodotto ideale per i climi autunnali, freschi e con ripetute piogge.
Nell’eseguire questo intervento fitosanitario è necessario avere l’accortezza di bagnare bene le piante, così da garantire una completa copertura rameica che, tra l’altro, svolgendo un’azione fitotossica sulle foglie già infette, ne favorirebbe la caduta, in questa maniera andrebbe a diminuire la quantità d’inoculo di spore fungine. Non bisogna dimenticare che il rame, oltre all’effetto fungicida e battericida, stimola un ispessimento della cuticola fogliare, favorendo l’indurimento dei tessuti epidermici di rivestimento primario del fusto e delle foglie, che si renderebbero più resistenti e più predisposti alle basse temperature invernali.
Negli ultimi anni sono entrati in commercio anche fertilizzanti a base di miscele rame e zinco solfato o zinco complessato con acido citrico o acidi carbossilici, prodotti in grado di correggere rapidamente situazioni di carenze di questi due microelementi, ma che potrebbero essere in grado di prevenire o arrestare la crescita o l’azione di microrganismi patogeni.
Lo zinco, in particolare, ha proprietà antimicrobiche e agisce anche in forma preventiva, è efficace nell’ostacolare il metabolismo dei batteri, nel danneggiarne le membrane cellulari e nell’interferire con il loro ciclo di vita, azioni che lo rendono interessante contro la rogna dell’olivo, causata dal batterio Pseudomonas savastanoi.
Altro prodotto che si potrebbe utilizzare è la dodina, un fungicida citrotropico, in grado di penetrare nei tessuti vegetali, ha azione preventiva, curativa ed eradicante, è in grado di contrastare efficacemente l’infezione dei principali parassiti fungini dell’olivo, come l’occhio di pavone, anche se già in fase infettiva, e di difendere le foglie da nuovi attacchi. La dodina ha pure un’azione di contenimento della rogna dell’olivo, su olivo sono possibili solo due trattamenti l’anno.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli