La “soglia d’intervento” determina il limite di tolleranza economica per i danni compiuti da un parassita alle colture agrarie, danno oltre il quale diventa finanziariamente pericoloso non intervenire. È stata oggetto di studi basati sul monitoraggio della dinamica delle popolazioni e sul rilevamento diretto del danno causato da parassiti su colture agrarie: una casistica di situazioni per giungere alla proiezione di risultati significativi e rappresentativi.
Questa “soglia d’intervento” si esprime in percentuale: ad esempio “intervenire con insetticidi al superamento della soglia del 10% sulla presenza di uova e larve di mosca dell’oliva”. La “soglia d’intervento” è, pertanto, un principio economico, che è stato utilizzato nella difesa fitosanitaria, per esprimere la carica massima di parassiti, animali o vegetali, che una coltura può tollerare senza avere un danno economico, vale a dire che “il costo dell’intervento non deve superare il valore dei danni cagionati dal parassita”.
Questo concetto è stato alla base della lotta integrata, che è un’evoluzione della lotta guidata, ed è stato anche riportato da diverse normative europee sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, dove essi costituiscono sia un punto di forza e sia un passaggio obbligato per un processo di razionalizzazione degli interventi di difesa fitosanitaria.
Le “soglie d’intervento” non devono, però, costituire delle indicazioni rigide, ma vanno utilizzate con buon senso e con esperienza perché, trattandosi di una comparazione economica che prende in considerazione valori monetari, è evidente che sia suscettibile di variazioni nel tempo. Ad esempio, se si verifica, come peraltro avvenuto, un consistente aumento dei prezzi di fitofarmaci o carburanti, come pure una lievitazione delle quotazioni delle olive, la soglia d’intervento fissata nel tempo va ricalcolata.
La “soglia d’intervento” è, pertanto, un valore di riferimento che, secondo esigenze e contesti, aumenta o si riduce, senza però snaturarne l’entità In questo concorrono pure l’introduzione di metodi di difesa preventiva e di nuove molecole insetticide e, prendendo sempre ad esempio la mosca delle olive, le attuali “soglie economiche” tendono a variare dopo la revoca dei due storici fosforganici, il Dimetoato e il Phosmet, e l’introduzione di molecole organiche di sintesi, quali l’Acetamiprid (Epik SL – Kestrel), il Flupiradifurone (Sivanto Prime) e il Cyantraniliprole (Exirel Bait). Questi nuovi prodotti, infatti, per essere in grado di sfruttare appieno la loro azione ovicida e larvicida, devono essere applicati a breve distanza dalle deposizioni o dalle prime nascite di larve, in modo che le stesse ne subiscano l’azione insetticida e già con infestazioni sulle olive di un 1-2%, peraltro limiti indicati anche da ditte che commercializzano questi prodotti.
Indicazioni queste che hanno natura di “soglia tecnica”, che potrebbero interferire con la “soglia economica”, ma i prodotti a disposizioni non sono di larga farmacopea. Non attuare le azioni di contrasto, come prevedrebbero le soglie tecniche, esporrebbe a rischio la produzione. Ne consegue che la decisione d’intervenire o meno non può essere data solo dalla stima della densità della popolazione infestante riferita a “soglie economiche”, ma deve essere attuata una più ampia valutazione, come l’influenza del clima, con previsionali di temperature e umidità che favoriscono o deprimono la popolazione del parassita. Importante poi è lo stato fenologico della coltura e la carica dei frutti, che influenzano direttamente l’attività dei fitofagi o delle avversità fungine.
Avendo sempre a modello la mosca dell’olivo, lo svolgimento del suo ciclo è strettamente legato alle condizioni ambientali, in particolare l’andamento climatico e alle caratteristiche delle olive, se da mensa o da olio, al loro stato fenologico, sono più attrattive dopo l’indurimento del nocciolo e all’invaiatura. La conoscenza di questi parametri, congiuntamente al monitoraggio della popolazione, è quanto mai necessaria per attuare efficaci programmi di lotta integrata. Il clima influenza il ciclo della mosca soprattutto con la temperatura e in misura minore con l’umidità. Possiamo aggiungere la presenza d’insetti o organismi antagonisti e l’esperienza di chi esegue i monitoraggi e i campionamenti. Da qui emerge che le azioni di difesa fitosanitaria devono essere applicate con regole e con giudizio scientifico, con prudenza ed esperienza, eventualmente assistiti da sistemi e pacchetti software di supporto alle decisioni. Ricordando, però, che questi simulano o prevedono lo sviluppo dei parassiti, ma, ancora, non riescono a valutare quantità e consistenza delle popolazioni, di conseguenza non attuano una possibile valutazione dei danni provocati.
A conclusione è possibile considerare che, per determinare a breve o lungo termine la consistenza delle popolazioni degli insetti da contrastare, come la mosca dell’olivo, è necessario avvalersi di un serio concorso di ragionevolezza tecnica, perché le attuali soglie d’intervento proposte possono variare in funzione delle realtà territoriali, delle varietà d’olivo, degli agrofarmaci utilizzati, uniti a sostanze antideponenti, che s’intendono adottare.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli