La Margaronia dell’olivo e le possibili strategie di difesa

Fortemente aumentata la presenza di questo lepidottero
AIPO
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Conosciuta scientificamente come Palpita unionalis o Palpita vitrealis, questa specie è comunemente chiamata anche Margaronia o Tignola verde dell’olivo, un lepidottero.
Le sue prime larve di Margaronia compaiono a fine marzo primi giorni di aprile, periodo che sovente coincide con il momento in cui le temperature si stabilizzano sui 12-16°C e le piante di olivo iniziano a vegetare attivamente, offrendo condizioni ideali per la deposizione delle uova e lo sviluppo delle larve. Da rilevare che, se l’inverno è mite e si hanno giornate tiepide, le larve sono comunque attive: lo svernamento, infatti, avviene sotto forma larvale, tranne quella di prima età, e come crisalide.

A oggi la presenza di Margaronia è notevolmente aumentata, insieme con i danni strettamente collegati alla sua azione. Questo incremento è probabilmente dovuto ai cambiamenti climatici in atto, favorevoli alle sue abitudini. O forse al venir meno dell’impiego di fosforganici nella difesa dell’olivo. Una causa importante potrebbe essere una diminuita popolazione di braconidi e tachinidi, insetti che svolgono un ruolo importante nell’ecosistema come agenti di controllo biologico nei confronti di questo lepidottero, come l’imenottero braconide Apanteles xanthostigmus e il dittero tachinide Nemorilla maculosa. Entrambe le femmine di questi parassiti prendono di mira le larve di Margaronia e vi depositano nel loro interno le loro uova. Le larve che ne emergono si nutrono dall’interno delle larve di Margaronia, uccidendole.

Tra i predatori della Margaronia troviamo pure le larve del sirfide Syrphus corollae che si nutrono delle forme giovanili: sono note per il loro aspetto allungato, simile a una larva di lumaca, con colorazione verde o marrone e con piccole protuberanze o spine sul corpo.

Dopo l’accoppiamento, le femmine di Margaronia depongono le uova in gruppi di 3-5 che schiudono dopo circa una settimana, ma, secondo la stagione, possono raggiungere anche le tre settimane, compiendo mediamente 4-5 generazioni l’anno, che si accavallano tra loro.

Le larve neonate si portano verso le foglie apicali più tenere, che contengono una maggiore quantità di linfa, che rappresenta per loro una fonte di nutrimento ideale, collocandosi nella pagina inferiore. La larva compie quattro mute, ognuna in ripari diversi tra loro, attraverso le quali s’ingrossano e assumono una colorazione più intensa.

Le larve di quarta età sono in grado di rodere tutto il tessuto fogliare causando la distruzione di una parte del fogliame. In caso di forti attacchi si può determinare anche l’arresto dello sviluppo della pianta, soprattutto nei nuovi impianti.

Già da qualche anno si riscontrano danni gravi anche sulle olive, dati da attacchi tardivi, dopo la seconda quindicina di settembre, che influiscono negativamente sulla qualità dell’olio poi ottenuto.

Arrivate a maturità, le larve raggiungono la lunghezza di circa 20 mm, legano con fili sericei le foglie erose, realizzando un ricovero entro il quale si trasformano in crisalidi di colore bruno, lunghe da 12 a 16 mm.

Le prime indicazioni di danno da Margaronia si hanno quando si notano rosure sulle foglie e sui giovani e teneri germogli, che sono rosicchiati completamente.

Contro questo parassita non esistono sostanze attive registrate. Soprattutto nelle prime fasi primaverili è possibile utilizzare il Bacillus thuringiensis, noto per la sua efficacia nel controllo delle larve di lepidotteri. Disponibile in diverse formulazioni commerciali il Bacillus thuringiensis agisce per ingestione mediante vegetali contaminati. Una volta inghiottito questo batterio emette nell’intestino della larva delle spore che liberano tossine, le delta-endotossine o tossine Bt, chiamate anche Cry e Cyt tossine, in grado di danneggiare il tratto digerente delle larve e impedire la capacità dell’insetto di digerire il cibo e assorbire nutrienti, portando alla sua morte.

Le tossine prodotte da questo batterio sono generalmente sicure per altri organismi non bersaglio, come mammiferi, uccelli e insetti predatori, riducendo così al minimo l’impatto ambientale.

Il Bacillus thuringiensis va utilizzato con una quantità d’acqua necessaria a coprire completamente la chioma dell’olivo, ricordando che il trattamento eseguito tardivamente non dà soddisfacenti risultati per la presenza contemporanea di larve più vulnerabili di I° e II° età e quelle meno feribili di III° e IV° età.

Può essere utilizzato come agente di controllo per le larve di Margaronia anche l’olio minerale: agisce principalmente attraverso un’azione fisica, ricoprendo e formando uno strato sottile che impedisce alle larve di respirare correttamente, causandone la morte.
L’olio minerale è solitamente diluito in acqua è importante applicarlo uniformemente su tutte le parti delle piante in modo da coprire efficacemente le larve del lepidottero.

Le attività di contrasto alla Tignola dell’olivo e alla Mosca dell’olivo, attraverso l’utilizzo d’insetticidi specifici mirati, grazie al loro ampio spettro d’azione, non solo hanno lo scopo diretto di ridurre le popolazioni di questi insetti dannosi, ma possono anche influenzare indirettamente la presenza della Margaronia, limitandone la popolazione.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, Enzo Gambin, in evidenza, Margaronia

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