È una bella notizia per il settore olivicolo-oleario quella annunciata dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, relativa all’implementazione di 2 miliardi di euro per i contratti di filiera agroalimentari. “Solo per il V bando agroalimentare – ha ricordato il ministro – l’ammontare delle richieste ammesse a finanziamento è pari a circa 5 miliardi di euro a fronte di una disponibilità di 690 milioni di euro”.
Potranno così essere finanziati sicuramente oltre 100 progetti della graduatoria del V bando, una quindicina dei quali sono destinati al settore olivicolo oleario, per un importo complessivo di circa 200 milioni. A fare il pieno è Unaprol-Coldiretti con 8 progetti per oltre 85 milioni, mentre intorno ai 20 milioni assommano quello di Italia Olivicola, quello di Aproli-Aifo, quello di Confoliva e, poco sopra i 10 milioni, il progetto di Monini e quello di Salov per restare tra i principali. In realtà vi era stata anche la possibilità di presentare entro il 10 luglio scorso richiesta motivata di riesame della rispettiva posizione in graduatoria da parte dei proponenti i progetti. Ma l’ampliamento della dotazione finanziaria praticamente eviterà questa ulteriore lentezza burocratica (che sia però di ammonimento circa procedure più chiare e soprattutto tempi di ricorso compatibili con quelli delle modalità di documentazione da produrre).
Al di là di facili ottimismi, resta comunque sullo sfondo un altro problema, quello relativo alla bancabilità dei progetti. A farsene interprete è Paolo Mariani (nella foto), presidente di Assofrantoi, già alla guida del FOOI – Filiera Olivicola Olearia Italiana e personalità di riferimento del settore: “A differenza dei bandi precedenti – spiega – per questo quinto sui contratti di filiera non era richiesta la bancabilità. E parliamo, tra l’altro, di progetti perfezionati oltre un anno fa quando i tassi di interesse erano intorno al 2%, decisamente inferiori rispetto a quelli odierni, e l’inflazione decisamente più bassa. Dunque, tra progetti che non riuscirebbero ad avere l’avallo da parte del mondo del credito ed altri su cui potrebbe arrivare la rinuncia per gli alti tassi di interesse, la graduatoria finale sarà decisamente diversa rispetto a quella provvisoria pubblicata. Credo che, così come il Ministero sia stato sensibile verso il mondo agricolo, consapevole che i contratti di filiera sono elementi importanti per il settore, allo stesso modo il sistema bancario dovrebbe sviluppare ragionamenti più consapevoli per garantire la finanziabilità dei progetti, tenendo conto di come sta muovendo l’economia reale del Paese ed il ruolo che l’agroalimentare riveste per il Pil nazionale”.