Caolino, esperienze in campo: così migliorano piante e olive

Testimonianze da Campania e Puglia con dati concreti alla mano
Tecnica e Ricerca
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Esperienze in campo confermano come il caolino sia un corroborante efficace per garantire all’oliveto una migliore fase fenologica ed una produzione di olive maggiore sia in termini di dimensioni, quantità e qualità per pianta. Le verifichiamo con Clay & Clay produttrice di AgroBioClay, il caolino per l’agricoltura.

Alla Cooperativa Agricola Nuova Cilento, in provincia di Salerno, oltre 400 soci e 2.500 ettari lavorati, un migliaio dei quali ad oliveto, i tecnici Michele Giuseppe Martino (nella foto) e Marco Colasanto di Emmedueo, ormai da 5 anni hanno trovato nel caolino la soluzione ideale nel periodo estivo.
“La protezione della pianta contro le ondate di calore è evidente – spiega Martino – con un significativo minore stress”. Ci mostra le foto scattate a fine luglio: il termometro sull’olivo senza trattamento di caolino indica 33.2°, su quello trattato 29.1, in una giornata che ha fatto registrare punte di 30° e al momento della misurazione 28°. Nella varietà Bianca di Pollica, trattata con caolino, la dimensione della drupa è di 11.8 mm, decisamente più grande rispetto alla pianta non trattata che si attesta mediamente a 10.1 mm, ed anche il carico di olive è maggiore. Il metodo di campionamento per verificare le dimensioni delle drupe è stato effettuato su un numero di 200 drupe circa prelevato random su più piante della stessa cultivar; l’oliveto controllo e l’oliveto campione si trovano ad una distanza di 50 metri l’uno dell’altro. Sorprendente che si registri la quasi totale assenza di cascola rispetto ai testimoni non trattati.

Accanto c’è la varietà Salella: anche in questo caso nella pianta trattata – nella prima decade di luglio – la cascola è praticamente assente (a differenza di quella non trattata) e, malgrado il forte caldo registrato, si sta continuando ad allungare il germoglio apicale con nuova vegetazione (lo evidenzia anche il fatto che non è più coperta da caolino). Il diametro della drupa in questo caso è di 11,1 mm, contro i 9.2 della drupa di pianta non trattata e la presenza sia di olive che di apparato fogliare è maggiore. “Utilizziamo caolino in purezza, senza contaminanti – spiega Martino – che abbiamo ritenuto migliore in confronto ad altri prodotti repellenti, anche contro la mosca dell’olivo”.

Dalla Campania alla Puglia il passo è breve. Siamo a San Severo, in provincia di Foggia, nell’azienda agricola Oliveto Spiavento di Fabiano Alessia, 16 ettari con un migliaio di piante secolari e 1800 più giovani. “Storicamente da queste parte – spiega Maurizio Fabiano – le piante venivano protette con i prodotti di un tempo: la calce, che ha un ph alcalino, e il verderame. La scelta del caolino in tempi moderni è risultata la più naturale, con un ph leggermente acido che non provoca danni e protegge bene la pianta. Lo usiamo ormai da quattro anni e ritengo che se applicato in tempo dovuti, noi lo abbiamo fatto a metà luglio, dia risultati più che positivi”.

Anche lui mostra una foto in cui mette a confronto vari gradi di maturazione sulla varietà Peranzana in un oliveto esposto a sud-est e dunque soleggiato dall’alba al tramonto. “A livello di produzione – conclude – siamo molto soddisfatti sia per la quantità che per la qualità, perché il caolino protegge anche dalla mosca. Con la prossima campagna mi dedicherò anche ad una verifica organolettica dell’olio su olive sia di oliveti trattati con caolino, sia di oliveti senza trattamento. Anche qui sono convinto che vi saranno positive sorprese sulla bontà della scelta intrapresa”.

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Tags: caolino, Cooperativa Agricola Nuova Cilento, in evidenza, Oliveto Spiavento

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