La potatura degli olivi è una pratica fondamentale per garantire la salute, la produttività e la longevità di queste piante. Uno degli obiettivi principali è il mantenimento di una produzione equilibrata, contrastando l’alternanza tipica degli olivi, che tendono a produrre abbondantemente un anno e meno l’anno successivo. Intervenendo regolarmente, è possibile ottenere raccolti più costanti nel tempo.
Un altro beneficio della potatura è il controllo dei parassiti, poiché la rimozione delle parti danneggiate o infestate contribuisce a risanare la pianta, migliorandone la resistenza e la salute complessiva.
Ogni taglio rappresenta, però, una ferita che deve essere gestita con attenzione per prevenire infezioni e malattie. Utilizzare attrezzi sanificati nel passaggio tra una pianta e l’altra e, al tempo stesso, eseguire interventi fitosanitari disinfettanti a fine potatura può fare la differenza nel proteggere l’olivo.
La reazione della pianta d’olivo al taglio
Quando si esegue un taglio sull’olivo, sia nella chioma che nel tronco, la pianta reagisce in vari modi per proteggere e riparare la ferita, ecco in quattro passaggi come avviene:
- Appena si effettua il taglio, la pianta attiva meccanismi di difesa per prevenire l’infezione da parte di patogeni fungini o batterici. La pianta sintetizza sostanze antimicrobiche, come le fitoalessine, un esempio per l’olivo è l’oleuropeina, un fenolo.
- Entrano in funzione le cellule del cambio, un tessuto meristematico presente sotto la corteccia, preposto alla crescita in spessore del fusto e dei rami, che iniziano a moltiplicarsi rapidamente per formare un tessuto di cicatrizzazione chiamato “callo”, che sigilla la ferita e previene l’ingresso di patogeni.
- La pianta deposita strati di suberina e lignina nelle cellule vicine alla ferita. La suberina è una sostanza cerosa che rende le cellule impermeabili, mentre la lignina è un polimero che conferisce rigidità e resistenza. Questi strati proteggono la ferita e prevengono ulteriori danni.
- La pianta richiama risorse, come nutrienti e ormoni, verso la zona danneggiata per sostenere la crescita del callo e la riparazione dei tessuti. Questo processo avviene attivando specifici geni di risposta allo stress che regolano la produzione di proteine e ormoni coinvolti nella riparazione e nella difesa.
Salute della pianta e tempi di potatura
Chiudere rapidamente e bene le ferite di potatura dipende da vari fattori, tra cui la dimensione del taglio, la salute generale della pianta e le condizioni ambientali.
La salute generale della pianta è un fattore importante per la sua capacità di cicatrizzare in fretta le ferite. Olivi nutriti adeguatamente e sani tendono a cicatrizzare più rapidamente e in modo più efficace.
Una pianta in buona salute, infatti, ha una maggiore capacità di produrre l’energia necessaria attraverso la fotosintesi e di distribuire nutrienti e ormoni alle aree danneggiate, tramite la circolazione della linfa. La fotosintesi e la circolazione della linfa è più efficiente quando la pianta è in attività vegetativa, il che generalmente avviene durante la primavera e l’estate, momenti in cui i processi di cicatrizzazione sono veloci.
Durante i periodi di riposo vegetativo, come l’inverno, l’attività metabolica della pianta è ridotta, questo significa che la cicatrizzazione delle ferite sarà rallentata.
Tempi di guarigione
È importante considerare, come già esposto, che i tempi di cicatrizzazione possono variare in base a molti fattori, come la varietà dell’olivo, le condizioni ambientali, la stagione e le pratiche di gestione agronomica. Considerando un olivo in produzione, in condizioni normali di nutrizione e con tagli attuati alla ripresa vegetativa, i tempi di rimarginazione da ferite da taglio si possono così considerare:
- tagli piccoli (inferiori a 1 cm di diametro): la formazione del tessuto di cicatrizzazione e la chiusura della ferita possono avvenire in circa 20 – 30 giorni;
- tagli medi (fino a 5 cm di diametro): richiedono più tempo, generalmente oltre i 40 giorni, poiché il tessuto di cicatrizzazione deve coprire una superficie maggiore;
- tagli grandi (oltre 5 cm di diametro): la cicatrizzazione diventa più complessa, la pianta non deve solo produrre suberina e lignina per la ferita, ma deve anche far proliferare cellule dai bordi e iniziare a formare tessuto legnoso. Questo processo può richiedere oltre due mesi.
Nei tagli più grandi, la pianta sviluppa attorno ai bordi della ferita un ispessimento legnoso che contribuisce a una riparazione più robusta e duratura della ferita.
Mastici o ferite aperte?
Per quanto riguarda l’uso dei mastici o lasciare le ferite aperte all’aria, ci sono diverse scuole di pensiero. Ecco un confronto tra i due approcci:
- Mastici: utilizzare mastici può prevenire infezioni nei tagli più grandi, aiutando a sigillare la ferita e a impedire l’ingresso di patogeni.
- Ferite aperte: per i tagli più piccoli, lasciare le ferite aperte permette alla pianta di formare il callo naturalmente, facilitando una guarigione più rapida.
Trattamenti post-potatura
Dopo la potatura, è importante proteggere le ferite per prevenire infezioni e favorire una cicatrizzazione ottimale.
I trattamenti post-potatura, infatti, rappresentano un passo cruciale nella gestione dell’oliveto, specialmente per i tagli di dimensioni medie e grandi.
- Prodotti rameici – I trattamenti a base di rame sono tradizionalmente utilizzati per prevenire infezioni fungine e batteriche. I rameici agiscono creando una barriera protettiva sulle superfici tagliate, riducendo il rischio di infezioni da parte di patogeni come funghi e batteri, tra cui la Rogna dell’olivo (Pseudomonas savastanoi). Prodotti a base di ossicloruro di rame o idrossido di rame sono particolarmente efficaci e possono essere applicati subito dopo la potatura.
- Dodina – La dodina è un principio attivo fungicida preventivo e curativo, la sua applicazione post-potatura può risultare utile per prevenire infezioni su tagli più grandi o in condizioni di elevata umidità, quando il rischio di sviluppo di funghi è maggiore.
- Distillati di legno e zinco – I distillati di legno, ottenuti dalla pirolisi della biomassa, rappresentano una soluzione innovativa e naturale per i trattamenti post-potatura. Questi prodotti hanno proprietà antimicrobiche e favoriscono la cicatrizzazione grazie ai loro componenti organici. Inoltre, i prodotti contenenti zinco sono particolarmente utili per stimolare la rigenerazione dei tessuti e migliorare la resistenza della pianta. Lo zinco è un microelemento essenziale per la sintesi di enzimi coinvolti nei processi di riparazione e crescita cellulare. Trattamenti che combinano distillati di legno e zinco possono offrire una protezione completa e promuovere una cicatrizzazione più rapida.
Conclusione
La cicatrizzazione delle ferite negli olivi è un processo complesso influenzato da vari fattori ambientali e fisiologici. Comprendere questi meccanismi e adottare strategie di gestione integrate, inclusi trattamenti post-potatura con rameici, dodina o distillati di legno, può ottimizzare le pratiche di potatura e migliorare la salute e la produttività degli olivi. Una gestione accurata delle ferite e l’uso di prodotti adeguati garantiscono piante più forti e resistenti, pronte a offrire raccolti abbondanti e di alta qualità.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli