Questa regione di confine dell’Africa Proconsolare, abitata nell’antichità dai Musulamii, un popolo di origine numida, fungeva da punto d’incontro e centro commerciale per le autorità romane, i coloni veterani e le comunità locali. Gli scavi nel sito hanno rivelato resti di strutture in uso tra il III e il VI secolo d.C.
Tra i principali siti indagati c’è Henchir el Begar, identificato con l’antica Saltus Beguensis, centro di una vasta tenuta rurale situata nel distretto di Begua, appartenuta nel II secolo d.C. al vir clarissimus Lucillius Africanus . Il sito è noto per una celebre iscrizione latina (CIL, VIII, 1193 e 2358) che registra un senatus consultum del 138 d.C., che autorizzava l’organizzazione di un mercato bimestrale, evento di grande importanza nella vita sociale, politica e religiosa dell’epoca.
L’insediamento, che si estende su circa 33 ettari, è suddiviso in due settori principali entrambi dotati di frantoi, di un bacino di raccolta dell’acqua e di diverse cisterne.
Secondo l’università, il primo ospita il più grande e imponente frantoio romano della Tunisia, nonché il secondo più grande dell’intero Impero Romano, con un monumentale torcularium composto da dodici presse a trave. Il secondo, invece, ospita un secondo piano con otto presse dello stesso tipo.
Queste strutture furono operative tra il III e il VI secolo d.C., attestando un lungo periodo di produzione continua. L’area comprende anche un vicus rurale dove vivevano i coloni e forse parte della popolazione locale. Numerosi molini e macine in pietra sono stati rinvenuti in superficie, documentando una produzione mista di cereali e olio, rivelando la duplice natura agricola del sito.
Recenti studi geofisici, condotti utilizzando il georadar, hanno inoltre individuato una fitta rete di strutture residenziali e di reti stradali, evidenziando un’organizzazione complessa e articolata dello spazio rurale.




















