Un olio di oliva dell’altro mondo!

Le previsioni della campagna olearia in Australia e Nuova Zelanda
Mercato alimentare nel mondo
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Se nel bacino del Mediterraneo si è appena conclusa la campagna olearia, dall’altra parte del mondo, tra Australia e Nuova Zelanda, siamo prossimi al raccolto delle olive e all’accensione dei frantoi. Ma di che olio di oliva parliamo? E soprattutto quanto?

I numeri di Australia e Nuova Zelanda

Premessa, parliamo certamente di piccoli numeri, minimamente paragonabili a quelli delle produzioni dell’area mediterranea. Ma pur sempre interessanti da conoscere. Flos Olei – la guida al mondo dell’extravergine firmata da Marco Oreggia e Laura Marinelli – ci offre una fotografia puntuale dei due paesi: 33 mila ettari di oliveti in Australia (tutti di grandi estensioni, a partire da quello di 6 mila ettari nello stato di Victoria), con 73 frantoi attivi e una produzione che nella scorsa campagna ha toccato le 24 mila tonnellate, in crescita del 23% rispetto all’anno prima. Le varietà prevalenti sono quelle italiane e spagnole: domina il Frantoio, ma troviamo – tra le altre – anche Coratina, Leccino, Favolosa, Pendolino, oltre alle iberiche Arbequina, Picual Hojiblanca e la greca Koroneiki. Il consumo annuo di olio di oliva è più che doppio di quello prodotto (52 mila tonnellate).

Numeri più ridimensionati in Nuova Zelanda che conta 2 mila ettari di oliveti, con 40 frantoi ed una produzione 2022-2023 di 114 tonnellate, in calo del 30% rispetto alla campagna precedente. Più o meno simili a quelle dell’Australia le varietà olivicole presenti, anche se alcune hanno assunto nomi gergali locali.

Le previsioni della nuova campagna

Olive Oil Times parla che l’imminente campagna sarà di scarica per l’Australia, con giudizi contrastanti tra gli operatori. Le dimensioni dello Stato portano ovviamente a situazioni completamente diverse tra i vari areali. Ed anche dei tempi di raccolta delle olive che partiranno generalmente con il mese di marzo. Michael Southan, amministratore delegato dell’Australian Olive Association, ha confermato che il raccolto sarà leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, complice una scarsa allegagione dopo una buona fioritura. Con queste previsioni, in Australia non sarà praticamente disponibile alcuna fornitura sfusa di olio d’oliva, il che – viene evidenziato – porterà ad un ulteriore squilibrio tra offerta e domanda, con prezzi più alti. Sotto il profilo della qualità, Flos Olei segnala una interessante azienda, la Talbot Grove di York, nel Western Australia, che produce oli monovarietali di altissima qualità.

Ottime aspettative invece in Nuova Zelanda dove, dopo due anni di magra dovute ad intense precipitazioni a tal punto da non riuscire ad entrare con i mezzi negli oliveti, si attende una campagna olearia dei tempi migliori sia per quantità che per qualità delle olive. Qui la raccolta inizierà a maggio e, a seconda dei vari areali, si protrarrà fino a giugno. Flos Olei evidenzia ben tre aziende con oli interessanti, a partire da Rangihoua Estate della regione di Auckland, per continuare con Allpress Olive Groves e Number 29, anche queste due in Auckland. Tra monovarietali e blend la conferma che l’olio dell’altro mondo è tutt’altro da sottovalutare.

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Tags: Australia, Flos olei, in evidenza, Nuova Zelanda, Olive Oil Times

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