Xylella, identificata molecola naturale che ne limita la diffusione

Tecnica e Ricerca
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Nasce nelle Marche una interessante ricerca che potrebbe avere un peso specifico importante nelle azioni contro la Xylella, il batterio che ha devastato l’area olivicola del Salento, risalendo minacciosamente verso nord, e rispetto al quale non si è ancora riusciti a trovare una risposta fitosanitaria adeguata, con ripetuti campanelli di allarme.

Protagonista dello studio è l’Università di Camerino, o meglio il lavoro di Eleonora Spinozzi, assegnista di ricerca all’interno del gruppo di Filippo Maggi, della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute, il cui lavoro è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Industrial Crops and Products.

Una molecola di origine naturale

In sostanza è stata identificata una molecola di origine naturale con un’elevata attività insetticida contro la sputacchina (Philaenus spumarius), l’insetto vettore che si nutre della linfa dell’olivo. In questa fase può acquisire il batterio della Xylella, potenzialmente presente nella pianta, che viene conservato nell’apparato digerente dell’insetto e che si può immetterà involontariamente all’interno della nuova pianta che verrà punta.

La molecola identificata, chiamata ossido di carlina, ha mostrato risultati molto promettenti per l’alta tossicità per ingestione (l‘insetto che ingerisce la molecola muore), per l’effetto antifeeding (la sputacchina viene dissuasa dal nutrirsi della pianta trattata), per la riduzione significativa della presenza dell’insetto (fino a 24 ore dopo il trattamento, si osserva una netta diminuzione della popolazione di sputacchine sulla pianta).

Una possibile alternativa

L’ossido di carlina rappresenta una possibile alternativa più sostenibile ai pesticidi sintetici, la cui efficacia sta diminuendo a causa dello sviluppo di resistenze negli insetti. Essendo poi di origine naturale, l’ossido di carlina potrebbe avere un impatto ambientale inferiore rispetto ai pesticidi sintetici.

I risultati ottenuti, in questo progetto di ricerca che l’Università di Camerino condivide con l’Università di Palermo ed il Crea, sono considerati molto incoraggianti, ma saranno necessari ulteriori studi per sviluppare un prodotto fitosanitario a base di ossido di carlina e valutarne l’efficacia su larga scala.

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Tags: in evidenza, molecola, Xylella

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