Un piano nazionale per il recupero degli oliveti abbandonati, con agevolazioni fiscali per privati ed aziende che si attivano in questo senso e risorse aggiuntive per quei Comuni che adotteranno misure specifiche per favorire tali interventi. Queste le richieste che Città dell’Olio rinnova a Governo nazionale e Regioni all’indomani della pubblicazione del 7° Censimento dell’Agricoltura da cui si certifica per l’olivicoltura una riduzione di ettari sotto la soglia psicologica del milione.
“L’abbandono – sostiene il presidente di Città dell’Olio, Michele Sonnessa (nella foto) – è un tema serio e preoccupante per la nostra economia olivicola e i nostri territori. Riguarda un’olivicoltura cosiddetta marginale, ma strategica in considerazione dell’elevato valore ambientale e paesaggistico che ha e dei conseguenti benefici prodotti per l’intera collettività anche in termini di mantenimento delle comunità in un dato territorio”.
Come Città dell’Olio, ricorda il presidente, l’abbandono è un dramma e un’emergenza da affrontare subito. Un fenomeno “pesante” che riguarda il 30% dei terreni (media nazionale) con punte del 60% in regioni come la Liguria che si traduce in dissesto idrogeologico, perdita di biodiversità, rischio incendi, perdita di produzione olivicola ad alto valore, perdita di identità storica, in quanto si tratta di olivi secolari e millenari. Di qui l’azione: “Promuovere iniziative di contrasto all’abbandono delle ulivete è un’opportunità di innesco di circoli virtuosi tra dimensione sociale e produttiva, anche oltre le iniziative di agricoltura sociale classicamente intesa. L’ultima legge per l’olivicoltura prevede 20 milioni a sostegno delle colture in stato di abbandono. Si tratta di poche risorse, ma è sempre un inizio! Sono risorse che vanno, ovviamente nel giusto senso ma sono dedicate, ed è comprensibile, alle organizzazioni di produttori. Il vero problema però sono gli olivi abbandonati nei terreni privati che non sono destinatari di questa misura!”
Città dell’Olio: “Tre proposte per contrastare l’abbandono”
Dopo i dati del 7° Censimento dell'Agricoltura
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