Mario Terrasi (nella foto), presidente di Oleum Sicilia – la maggiore OP dell’isola con oltre 4.500 produttori – e consigliere di amministrazione del FOA – l’associazione dei frantoiani aderente ad Unaprol – indica in sabato 17 settembre l’inizio ufficiale della nuova campagna olearia. Una data ideale, beninteso, ma non casuale, perché è il giorno dell’inaugurazione del nuovo impianto ipertecnologico dei Frantoi Cutrera.
“Una campagna – anticipa Terrasi – che era partita con grandi aspettative, grazie alle abbondanti piogge dell’inverno, poi quei giorni di fine primavera con i venti di scirocco hanno creato problemi anche a molte delle olive allegate che si sono seccate e cadute. Ad ogni modo contiamo di raggiungere in Sicilia le 30/32 mila tonnellate, in linea con la raccolta del 2020 e con un 25% in meno rispetto a quella dello scorso anno”. La varietà Cerasuola è quella che ha sofferto di più. Molto meglio la Nocellara del Belice che, essendo anche oliva da mensa, viene a trovarsi in terreni sufficientemente irrigati. Si mantengono nella produzione standard la Biancolilla e le altre principali cultivar regionali.
Il nuovo frantoio di Cutrera si diceva in premessa. L’azienda di Chiaromonte Gulfi (Rg), che da ben sei generazioni coltiva olivi e produce extravergine, è da sempre pioniera nella ricerca e nello sviluppo di moderne tecnologie applicate all’estrazione. Il nuovo grande impianto entrerà in funzione proprio il 17 settembre, nel corso di una vera e propria cerimonia inaugurale con la partecipazione di personalità di prestigio del settore alimentare. E’ caratterizzato da macchinari – progettati insieme alla Pieralisi, leader mondiale di settore – che sono interconnessi grazie all’utilizzo della tecnologia 4.0. Ogni fase della produzione è quindi minuziosamente controllata da una serie di sensori che intervengono per risolvere ogni minima criticità. In particolare, la presenza di un selezionatore ottico ad infrarossi, unico al mondo applicato al settore oleario, consente di scartare le olive danneggiate o quelle non considerate conformi in base ai propri criteri di qualità.
“Qualità che quest’anno è ancor più garantita dal caldo e dalla pioggia nel momento giusto” spiega Salvatore Cutrera (nella foto) che aggiunge: “Se da un lato gli effetti climatici hanno contribuito a ridurre al 50% rispetto alla media il potenziale produttivo olivicolo siciliano, dall’altro sembrano assicurare risultati eccellenti sotto il profilo sensoriale ed organolettico. Non c’è traccia di mosca che potrebbe arrivare solo a novembre, ma questa del 2022 sarà un’annata corta e per quella data gran parte delle olive è stata già raccolta e molita”.
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