L’Algeria punta ad affacciarsi in maniera moderna – più strutturata e professionale – nel mercato internazionale dell’olio extravergine di oliva. Il paese nordafricano, che in questa campagna produrrà quasi 100 mila tonnellate di olio, in linea con il quinquennio precedente, ha infatti concluso una serie di iniziative volte a garantire formazione, mezzi e visione per assumere un ruolo di primo piano nel futuro scenario mondiale del settore. Insomma, un cambio di passo rispetto ad una situazione attuale che vede l’olio d’oliva algerino venduto principalmente sfuso ad acquirenti internazionali, che lo rinominano e poi lo vendono ad altri mercati.
Oltre all’aumento produttivo con il piano di insediamento di nuovi oliveti (che prevede la piantumazione di 400 mila ettari in più entro quest’anno, rispetto ai 500 mila del 2021), centrale è stato un piano di sviluppo denominato “Programma PASA” che ha permesso di fornire ai piccoli agricoltori e ai frantoiani l’accesso alle conoscenze più recenti e alle migliori pratiche per la coltivazione e la molitura delle olive negli ultimi cinque anni. Finanziato da enti francesi e tedeschi, il programma operativo ha visto l’istituzione anche di un laboratorio di analisi, la pubblicazione di ricerche sulle varietà di olive autoctone algerine e la predisposizione di ricerche di mercato per lo sviluppo di marchi.
Particolarmente importante il laboratorio che consente ai produttori di avere una struttura affidabile in Algeria per l’analisi dell’olio d’oliva, senza più bisogno di inviare campioni all’estero, ad esempio in Francia.
Istituita anche una rete di sei siti pilota dimostrativi: si tratta di oliveti consentono a tutte le parti interessate di osservare direttamente sul campo le buone pratiche agricole, come le tecniche di potatura o l’irrigazione. Allo stesso tempo siti didattici mettono a disposizione esperti qualificati per guidare passo passo i produttori interessati ad adottare un nuovo approccio all’olivicoltura e alla molitura delle olive, compresi gli aspetti legati a sostenibilità e ambiente.
Il programma si è concentrato su Béjaïa, Bouïra e Tizi Ouzou, le tre province della valle di Soummam, dove le prime testimonianze dell’olivicoltura risalgono a più di due millenni fa. Oltre 3 mila le persone coinvolte nei vari incontri, che hanno permesso di favorire l’aggregazione e la nascita di alcune cooperative. Secondo le previsioni, metà dei produttori olivicoli presenti oggi nel paese si avvarrà dei nuovi strumenti fornite e adotterà migliori pratiche.
Da Olive Oil Times. Per approfondimento clicca qui.
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