Xylella, le 3 richieste di AIFO a tutela dei frantoiani

L'intervento di Maria Lisa Clodoveo alla Commissione Agricoltura della Camera
Enti e Associazioni
Views: 1K

Misure compensative per i frantoi che non hanno ricevuto indennizzi, indennità di rottamazione per quelli che sono stati costretti a chiudere e una piena valorizzazione del ruolo del frantoiano, riconoscendogli da un lato il ruolo di “produttore di olio” oggi non previsto dalla normativa e dall’altro la possibilità di inserire in etichetta la dicitura di “olio artigianale”.

Sono queste le richieste di AIFO, Associazione Italiana Frantoiani Oleari, rappresentate alla Commissione Agricoltura della Camera in occasione dell’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiona nella regione Puglia.

A rappresentare l’Associazione è intervenuta Maria Lisa Clodoveo, professore associato dell’Università di Bari e Presidente del Comitato Scientufico dell’Associazione Frantoiani Di Puglia. Ecco il suo intervento.

La prof.ssa Maria Lisa Clodoveo

“Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla presenza del patogeno Xylella fastidiosa nella regione Puglia, il mio compito è quello di portare all’attenzione della commissione agricoltura gli effetti che la pandemia ha avuto sul comparto della trasformazione delle olive e quindi sui frantoi oleari nelle aree classificate come Zona infetta che comprendono l’intera provincia di Lecce, Brindisi e parte della provincia di Taranto.

Nelle tre province, prima dell’epidemia di Xylella erano presenti 356 frantoi e in particolare 134 in provincia di Lecce, 135 in provincia di Brindisi e 87 in provincia di Taranto; il 46% di tutti i frantoi pugliesi all’epoca stimati nel numero di 774.

Veduta aera di oliveti nel Salento

Come conseguenza dei 183mila ettari contaminate e dei 21 milioni di alberi morti nelle zone infette si stima abbia chiuso i battenti circa il 60% dei frantoi con una distribuzione percentuale superiore nella provincia di Lecce, l’area attualmente più colpita dal batterio.

Nel marzo 2020 è stato adottato, con Decreto interministeriale n. 2484, il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, un programma di aiuti messo a punto per la rinascita del patrimonio olivicolo pugliese nelle aree colpite da Xylella fastidiosa, oltre che per rafforzare le misure fitosanitarie per prevenire l’espansione del patogeno.

Il Piano ha avuto una dotazione finanziaria complessiva di 300 milioni di euro. Di questi, il 10% è stato dedicato agli interventi compensativi in favore dei frantoi oleari di cui hanno beneficiato circa 250 aziende principalmente collocate nelle province di Lecce e Brindisi.

Reimpianti (foto tratte da Lecce Prima)

Nel frattempo nel Salento sono stati condotti reimpianti per un totale di circa 4 milioni di piante resistenti a xylella, anche con sistemi di allevamento superintensivi, con l’obiettivo di ridurre i tempi per il raggiungimento della piena produttività delle piante e quindi la possibilità di riguadagnare in tempi brevi il primato produttivo con i conseguenti benefici occupazionali e di sostenibilità economica delle aziende (seppur con l’aggravio dell’elevata richiesta di interventi irrigui del sistema di allevamento superintensivo, aspetto di non facile attuazione in uno dei territori più aridi d’Italia).

L’intervento compensativo – per quanto meritorio – essendo riferito alle aziende che potevano dimostrare il nesso di causalità tra decremento della produzione e Xylella nella campagna di commercializzazione 2018/2019 o in quelle precedenti in caso di
chiusura, non ha consentito di beneficiarne ad una ampia porzione di frantoi colpiti dalle stesse difficoltà nelle annate susseguenti e nelle aree dichiarate successivamente infette a valle del decreto.

In particolare, risultano colpite le aziende che ricadono nella Valle d’Itria, un’area interna nel cuore della Puglia fra le province di Bari, Brindisi e Taranto conosciuta anche come Murgia dei Trulli, in cui la minaccia della chiusura definitiva delle aziende olearie è concretamente supportata dall’impossibilità di modificare i sistemi di allevamento tradizionali introducendo il sistema superintensivo a causa dalle caratteristiche pedoclimatiche e dalle condizioni idrogeologiche uniche nella Regione.

Questa situazione, dalla prospettiva verosimilmente irreversibile, ha enormi conseguenze tangibili ed intangibili, che vanno dalla perdita di occupazione degli operatori direttamente impegnati nella trasformazione delle olive, agli operatori dell’indotto che vanno dal comparto dell’istallazione e manutenzione delle macchine olearie, al marketing e all’oleoturismo.

Si aggiungono a questi i danni immateriali inquantificabili legati al ruolo di tutela del territorio di cui i frantoiani sono artefici, alla perdita di un know‐how che trasmesso da padre in figlio negli ultimi 50 anni si era arricchito di competenze tecnico ‐ scientifiche indispensabili nella gestione di impianti dotati di elevati contenuti tecnologici, sancite anche dall’approvazione della legge regionale del Mastro Oleario e dalla definizione delle due figure professionali inserite nel Repertorio Figure Professionali Regione Puglia: ovvero il Responsabile Tecnico dell’Impresa Olearia e il Tecnico della Gestione del Frantoio.

Le strategie che le aziende possono intraprendere per sfidare gli ostacoli provocati dall’epidemia, e rappresentati essenzialmente dal decremento della produzione di olive, richiedono forti investimenti economici da parte degli imprenditori oleari, come per esempio l’approvvigionamento di olive da areali indenni da Xylella e quindi distanti, che possono essere affrontati solo se saranno garantiti i presupposti per assicurare competitività alle aziende.

In questa ottica, oltre all’auspicio del rinnovo delle misure compensative estendendole alle aziende che non ne hanno usufruito e che sono oggi in zona infetta, si auspica:

l’introduzione di una indennità “di rottamazione” per i frantoiani che sono costretti a chiudere definitivamente il frantoio a causa della Xylella, strumento economico che funga da ammortizzatore ed incentivo alla riconversione aziendale verso altre filiere di trasformazione agro‐alimentare;
la modifica del D.M. del 12.4.2000 sulle DOP o IGP, che per la filiera dei grassi (oli), attribuisce il ruolo di “produttori di olio” esclusivamente agli olivicoltori (produttori di olive), includendo nella suddetta categoria i frantoiani come veri “produttori di olio” per dare dignità e rilievo alla figura che effettivamente svolge un “ruolo insostituibile nel conferire al prodotto le caratteristiche peculiari della DOP o IGP” .
l’introduzione nelle etichette dell’olio prodotto e commercializzato direttamente dai frantoiani della dicitura “olio artigianale”, elemento distintivo in grado di rompere il fenomeno dell’asimmetria di informazione che impedisce spesso ai consumatori di attribuire il giusto prezzo ai prodotti di alta qualità e che potrebbe garantire ai frantoiani un equo reddito oggi minacciato da molteplici fattori, non ultimo il danno indotto da Xylella”.

Sfoglia gratuitamente L’OlivoNews cliccando qui.

Per rimanere sempre aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter qui!

Iscriviti alla nostra newsletter!

Tags: Aifo, in evidenza, Maria Lisa Clodoveo, Xylella

Potrebbe piacerti anche

Come ridurre l’uso di prodotti fitosanitari in oliveto
Corso per Tecnico Frantoiano AIRO, ecco la quinta edizione

Author

Potresti leggere