Coratina, un’olio di oliva sotto scacco dei poteri forti

Rischia di restare ancora una volta esclusa dal riconoscimento di extravergine per il ridotto numero di steroli
Economia
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Produttori di Coratina ancora sotto scacco del Consiglio Oleicolo Internazionale che non sembra orientato a considerare l’olio di oliva di questa varietà tra quelle beneficiarie della deroga ai 1000 mg/kg di steroli, parametro minimo per far sì che un olio possa essere considerato extravergine di oliva. Forzando nuovamente le leggi di nostro Signore che hanno assegnato alla principale varietà olivicola italiana un valore di steroli tra i 900 ed i 950 mg/kg, il massimo organismo internazionale sull’olio di oliva sembra intenzionato a “sdoganare” per il momento solo la greca Koroneiki e la siciliana Nocellara del Belice, le altre due varietà per cui studi scientifici pluriennali hanno confermato che non riescono mai a superare neanche i 900 mg/kg.

Torna alla memoria, al riguardo, una efficace battuta di un paio d’anno fa del prof. Maurizio Servili, che su questo tema si batte da tempo, da quando cioè con la valorizzazione dei monovarietali, ci si è resi conto che il limite imposto a suo tempo dal Coi era oggettivamente troppo elevato per alcuni di essi: “Qua – ebbe a dire – sembra che sia il Padreterno a doversi adeguare alle decisioni del Coi, piuttosto che quest’ultimo alle leggi di chi ha creato il mondo”!

Risvolti economici importanti

E si badi bene, è una questione tutt’altro che banale! Perché il fatto che la Coratina in purezza non raggiunga i valori minimi di steroli è spesso considerata un’ottima giustificazione per l’industria olearia nel riconoscere ai frantoiani un prezzo minore rispetto a quello che meriterebbe se fosse “legalmente” extravergine, con la scusa di doverla miscelare con altre varietà di olio ricche di steroli. E che in questa vicenda non vi sia proprio lo “zampino” di qualche colosso dell’olio, fa notare qualcuno, non è un sospetto poi così campato in aria.

Varietà Koroneiki

Anche perché la varietà Koroneiki, che rappresenta il 70% della produzione olearia greca e che è alla base dei blend degli oli comunitari (principalmente con le spagnole Picual o Arbequina che di steroli ne hanno a sufficienza per compensare quelli che mancano alla cultivar greca), ora che ha tutti i crismi per essere considerata extravergine, ben potrà ottenere maggiore riconoscimento sul mercato internazionale dove viene proposta a prezzi oggi sicuramente più bassi.

Perché sì, perché no

Varietà Nocellara del Belice

Ma perché Koroneiki e Nocellara sì, ed invece Coratina no? La notizia, che doveva restare riservata, l’ha data con ampia enfasi Efi Christopoulou, esperta chimica dell’Unione Europea e del Consiglio oleicolo internazionale, che ha fatto parte della sottocomissione chiamata a valutare negli ultimi tre anni gli steroli di queste due varietà sulla base di campioni analizzati da tre laboratori accreditati. Lo studio ha confermato che, in tutti e tre gli anni consecutivi, la varietà che si discosta largamente in termini di limite degli steroli totali è proprio la Koroneiki, sia allevata in Grecia che in altri paesi come il Portogallo, la Francia o Israele. Deviazioni negli steroli sono state registrate anche dalla Nocellara del Belice, l’altra varietà oggetto di indagine.

Efi Christopoulou

Nella riunione a porte chiuse di questa sottocomissione si è proposto di trovare una soluzione per queste due varietà, proponendo che “nel limite di 1000 mg/kg per gli steroli totali nello standard commerciale Ioc, viene aggiunto un asterisco con la nota: *Un olio extra vergine di oliva che presenti steroli totali ≥ 800 mg/kg è autentico purché prodotto dalla varietà Koroneiki o Nocellara del Belice”. Cioè, secondo questa proposta, il limite di steroli totali per gli oli extravergini di oliva della varietà Koroneiki e Nocellara del Belice sarà di 800 mg/kg.

Le prossime tappe

Il tema sarà affrontato nella riunione dei chimici esperti del Coi l’8 e il 9 ottobre prossimi e, se vi sarà il via libera, il consiglio direttivo del Coi, dopo un passaggio nell’assemblea plenaria, dovrebbe adottare tale decisione a novembre.

E la Coratina? Niente! Non sono stati per il momento considerati precedenti studi durati cinque anni che hanno confermato in maniera univoca che anche questa varietà non raggiunge i 1000 mg./kg. Né da parte del Coi vi sarebbe tanto interesse ad approfondire il tema, visto che gli spagnoli – che ne detengono saldamente il potere – non hanno varietà olivicole direttamente coinvolte (a pensar bene) o, più pragmaticamente, non intendono “disturbare” nessuno.

Intanto in Grecia esultano e già ringraziano l’esperta chimica loro rappresentante che è riuscita ad ottenere il risultato sperato. C’è da augurarsi che anche in Italia qualcuno – specialmente del cuore olivicolo nazionale qual è la Puglia dove la Coratina è la varietà principale – faccia sentire la propria voce, per includerla fin da subito nella categoria “protetta”, senza dover attendere ancora altri anni. Contribuirebbe a porre fine ad un problema che si trascina da almeno un decennio e al tempo stesso offrirebbe una maggiore opportunità di reddito ai numerosi frantoi che producono olio di Coratina destinato all’industria olearia.

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Tags: Coratina, in evidenza, Koroneiki, Nocellara del Belice, steroli

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