L’olio di oliva prodotto da piante posizionate su strade di città, specialmente se a traffico sostenuto, contengono sostanze chimiche che in alte concentrazioni possono essere pericolose per la salute.
Lo rileva il sito greco olivenews.gr che ha raccontato la segnalazione ricevuta da un produttore di olio nella zona di Pylos dove sono state raccolte lo scorso ottobre olive da piante che si affacciano sulla strada Pylos-Gialovas, certamente molto trafficata, ancorché meno di un viale di città. Altre olive, viceversa, sono stare raccolte all’interno del medesimo oliveto, ma poste più distanti dalla sede stradale.
Entrambi i campioni di olive sono stati portati in un frantoio della zona e gli oli d’oliva sono stati analizzati due giorni dopo presso un laboratorio certificato. I risultati hanno confermato che l’olio delle olive raccolte nelle immediate vicinanze della sede stradale, pur avendo caratteristiche generalmente buone (tali da poter garantire la qualifica di extravergine), era altamente carico di idrocarburi di oli minerali (MOAH).
In particolare, le analisi di laboratorio ricevute dal sito greco olivenews.gr hanno evidenziato, per le olive raccolte vicino alla strada, una presenza di idrocarburi saturi (MOSH) pari a 26,3 mg/kg e di idrocarburi aromatici (MOAH) pari a 4,4 mg/kg. Il secondo campione, proveniente da olive più distanti dalla sede stradale, era invece privo di tali sostanze.
La questione dei MOAH pericolosi, come noto, è di particolare attualità e preoccupa non poco l’Unione Europea. Sembra, tuttavia, che questa problematica non sia nota alle comunità locali della Grecia. Molte città dell’Attica, infatti, organizzano in questi giorni raccolte delle olive dagli alberi dei centri urbani per produrre olio da distribuire gratuitamente a cittadini bisognosi, attraverso distributori sociali.
Il produttore in questione ha fatto appello ai responsabili delle città coinvolte di favorire sì la raccolte di olive da alberi posti in zon etrafficate, ma solo per farne del lampante da distribuire a chiese e a cimiteri per i candelabri o, in alternativa, vendere tale olio ad aziende specializzate nella preparazione di prodotti non commestibili e il denaro ricavato da devolvere in beneficienza.