Ogni anno si producono nel mondo tonnellate di sansa di olive. La necessità di un metodo alternativo e sostenibile per un suo utilizzo è stata al centro di un progetto realizzato in Spagna da un gruppo operativo denominato “Bovinolive” che ha valutato la fattibilità dell’integrazione di questo sottoprodotto nei mangimi per bovini da latte e da carne, nel contesto dell’economia circolare e della bioeconomia.
La sperimentazione
Andrés L. Martínez, ricercatore dell’Università di Cordova ha evidenziato che la sfida principale incontrata in questo progetto è stata la corretta caratterizzazione della polpa di oliva, “poiché abbiamo rilevato una carenza di conoscenze nel mondo accademico dovuta alla scarsa caratterizzazione di questo sottoprodotto”. La chiave è stata iniziare definendone le proprietà chimiche e nutrizionali, aspetto fondamentale per garantire la sicurezza e l’efficacia nell’alimentazione animale, trattandosi di un settore molto delicato.
Pertanto, sono state effettuate determinazioni su campioni del prodotto (polpa di olive) in laboratorio per stabilirne le caratteristiche chimiche e determinarne la digeribilità in vitro, al fine di stimarne il valore nutrizionale ed energetico. Sono state incorporate anche altre attività, come l’analisi sensoriale della carne e del latte con 80 consumatori, grazie alla disponibilità di campioni e all’opportunità di ottenere informazioni preziose che hanno arricchito il progetto.
Per 45-60 giorni, questa polpa di olive è stata incorporata nella dieta dei bovini, “in sostituzione del 10% della frazione vegetale del mangime convenzionale per vitelli (cereali e farina di soia) e del 5% della sostanza secca totale di un tipico mangime Unifeed per vacche da latte”, ha aggiunto il ricercatore. Dopo questo periodo, sono stati raccolti campioni di latte e carne.
I risultati
Non sono state osservate differenze significative nella produzione o nella composizione del latte nelle vacche da latte, ma è stata osservata una variazione favorevole nel profilo degli acidi grassi del grasso del latte, con un aumento del contenuto di acidi grassi a cui le attuali conoscenze scientifiche attribuiscono proprietà antinfiammatorie e antitumorali nell’organismo umano. Questo è considerato un risultato positivo, in quanto consente la sostituzione di prodotti più costosi nell’alimentazione senza compromettere le prestazioni o le qualità nutrizionali del latte.
Per quanto riguarda i bovini da carne, gli animali nutriti con polpa di olive non hanno mostrato differenze significative nel tasso di crescita o nel peso finale, ma, come nel caso del latte, il profilo degli acidi grassi del grasso intramuscolare è stato modificato in modo benefico per la salute umana. Queste variazioni nel profilo degli acidi grassi si sono tradotte in differenze nel profilo dei composti volatili che hanno influenzato l’odore e il sapore della carne. “Nell’analisi sensoriale, i consumatori hanno assegnato punteggi più elevati all’odore e al sapore della carne di animali nutriti con polpa di olive”, è stato spiegato. Questi composti volatili sono responsabili dell’aroma e dipendono dalla composizione dei grassi del mangime.
Data l’assenza di differenze di produttività, uno dei risultati più significativi è il notevole risparmio economico nell’alimentazione di questi bovini derivante dall’inclusione della polpa nella razione: fino al 9% del costo dell’alimento per i vitelli e fino al 6,5% per i bovini da latte.


















