Olive al frantoio entro 6 ore: c’è chi dice sì, c’è chi dice no!

Le due principali Associazioni di Organizzazioni di Produttori schierate su fronti opposti. "Finisce l'epoca delle olive di carta". "Si innescano fenomeni speculativi". Ecco in dettaglio le loro ragioni!
Economia
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Stanno destando grande clamore nel settore olivicolo-oleario gli effetti che scaturiranno dal Decreto ministeriale che impone l’obbligo per i commercianti di olive di registrare sul SIAN e consegnare le partite ai frantoi entro 6 ore dall’acquisizione da parte degli olivicoltori. E le posizioni sono contrastanti.

In particolare, all’interno della compagine degli olivicoltori c’è chi è schierato nettamente per il sì e chi decisamente per il no. Come le due principali Associazioni di Organizzazioni di Produttori – vale a dire Unaprol ed Italia Olivicola – che hanno voluto rimarcare le ragioni della loro decisione.

Qui Unaprol

Il presidente di Unaprol, Davide Granieri, ha affidato ad un video (qui sopra) le ragioni per cui l’associazione da lui guidata ritiene che il Decreto ministeriale sia positivo per il settore. “Si tratta di una grande novità – spiega Granieri – anche i commercianti di olive saranno costretti a registrare le attività entro le 6 ore. Questo sancisce la fine dell’epoca delle olive senza nome e senza provenienza, finisce l’epoca delle olive di carta, a vantaggio della trasparenza, della tracciabilità spinta di e soprattutto a vantaggio della costruzione di un valore del prodotto delle olive e poi anche dell’olio. Un provvedimento – ha concluso Granieri – che si pone a vantaggio del reddito degli olivicoltori e della loro attività. Un lavoro lungo, durato due anni, che siamo sicuri produrrà un risultato positivo sul mercato delle olive e dell’olio”

Qui Italia Olivicola

Il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, viceversa, ha affidato ad una lettera al sottosegretario La Pietra le ragioni per cui l’associazione da lui guidata ritiene che il Decreto ministeriale sia negativo per il settore. “Una disposizione di legge – scrive Sicolo – che rischia di danneggiare seriamente l’intero sistema olivicolo-oleario nazionale. La misura non è stata concordata con la filiera ed i nodi vengono ora al pettine, con le proteste che si elevano da ogni parte d’Italia”.

Nel richiedere un incontro urgente, Sicolo evidenzia che “oltre a profili di incostituzionalità, sollevati da più parti, vi è la necessità di capire l’impatto che una simile norma possa avere sui prezzi dell’olio di oliva e delle olive. Il rischio è vanificare gli sforzi di valorizzazione degli ultimi anni. I frantoi del centro-nord Italia sarebbero impossibilitati ad acquistare le olive da Puglia, Calabria e Sicilia, con il rischio di un eccesso di offerta in queste regioni in alcuni periodi e il possibile innesco di fenomeni speculativi. Non è neanche chiaro – aggiunge Sicolo – se le cooperative e le organizzazioni dei produttori vengano assimilate a commercianti qualora vendessero parte della produzione degli associati, così non è possibile fare programmazione e garantire l’equo reddito agli olivicoltori. E’ questa la ragione per cui chiediamo una moratoria nell’applicazione della norma per questa campagna olearia. Serve un approfondimento nell’ambito del tavolo olivicolo-oleario ma con i tempi tecnici dovuti”.

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Tags: 6 ore, Frantoi, in evidenza, olio di oliva, Olive

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