Il consumo di olio extravergine di oliva ha effetti positivi su quattro importanti biomarcatori considerati come responsabili del danno cerebrale nella malattia dell’Alzheimer. A certificarlo è una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Journal of Alzheimer’s Disease” dalla quale si ricavano importanti elementi utili per capire in che modo l’extravergine rappresenta un ottimo alimento di prevenzione contro il declino cognitivo e il rischio di sviluppare l’Alzheimer.
La ricerca italiana
Si tratta di uno studio che parla italiano per diversi motivi: perché è coordinato dal prof. Domenico Praticò, neuropatologo all’Alzheimer’s Center della Temple University di Philadelphia (Usa), una delle personalità più autorevoli a livello mondiale nello studio di questa malattia neurodegenerativa; perché ha visto coinvolto un gruppo di ricerca delle Università di Bari e Perugia, rappresentate rispettivamente dai professori Alessandro Leone e Maurizio Servili ed impegnate l’una nell’estrazione dell’olio di oliva, l’altra nelle relative valutazioni analitiche; perché, infine, l’olio extravergine di oliva oggetto della ricerca era una cultivar italiana, anzi la cultivar maggiormente diffusa, vale a dire la Coratina, lavorata per l’occasione nel frantoio Agrolio Srl di Andria.
L’effetto dell’Evo sui marcatori del morbo
Ma andiamo per ordine. I benefici dell’olio extravergine di oliva sulla salute del cervello, come noto, sono ben documentati da studi che dimostrano come la sua assunzione quotidiana previene il declino cognitivo e migliora la connettività funzionale del cervello. Inoltre, esistono molti studi preclinici che dimostrano che la somministrazione di extravergine di oliva ha effetti benefici sulla patologia cerebrale di vari modelli animali di mordo di Alzheimer e invecchiamento precoce.
Tuttavia, l’effetto della somministrazione continuata di extravergine sulla espressione di vari marcatori della neuroinfiammazione in un cervello con morbo di Alzheimer non era stato ancora ben caratterizzato. In questo studio, usando un approccio analitico molto accurato (c.d. microarray), sono stati valutati gli effetti dell’olio extravergine di oliva sui livelli di un gran numero di biomarcatori infiammatori (citochine, chemochine e alcuni dei loro recettori) nel cervello di un modello animale di malattia di Alzheimer. Dall’analisi è emerso che l’extravergine controlla il sistema immunitario tenendo a bada questi biomarcatori ed agendo specificamente su quattro di essi che sono considerati come responsabili del danno cerebrale nella malattia di Alzheimer. Un lavoro, insomma, che fornisce un ulteriore motivo di attenzione per raccomandare l’uso di olio extravergine di oliva contro il declino cognitivo.
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