Caolino e propoli insieme: 95% di olive sane in biologico

I risultati in campo su una strategia preventiva volta a contrastare la mosca dell'olivo utilizzando polvere di roccia e sostanza resinosa: danni scesi dal 70 al 5%
Tecnica e Ricerca
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di Domenico Bucca
Consulente tecnico AgriBioClay

La stagione 2025 sta rivelando quanto sia difficile tenere sotto controllo la mosca olearia, soprattutto nel centro Italia. I bollettini regionali lo confermano: in Toscana, il report di AgroAmbiente Toscana relativo alla settimana 1/7 settembre segnala condizioni ideali per la riproduzione dell’insetto, con infestazioni tra il 6% e il 30% sulle olive in invaiatura. Anche in Abruzzo, il bollettino del Servizio Fitosanitario – Agroambiente Abruzzo del 21 agosto evidenzia condizioni climatiche instabili e piogge diffuse, ideali per la ripresa delle popolazioni. A queste conferme si aggiunge l’Umbria: Assoprol Umbria, nel bollettino fitosanitario n. 9 di agosto, evidenzia un aumento significativo dei voli della mosca in tutta la regione. Si registra un’infestazione attiva media del 2,9%, che resta sotto la soglia d’intervento (5–7%) per ora, ma in alcune località, come Assisi, supera il 16%. Questi dati confermano una pressione crescente, ma ancora gestibile con interventi mirati e tempestivi.

Il ruolo del caolino

Di fronte a questo panorama molti olivicoltori hanno iniziato i trattamenti solo ora, rischiando di agire in ritardo. Sul caolino esiste molta confusione e chiarirne il ruolo è essenziale per orientare correttamente le pratiche in campo. 

Spesso il caolino viene presentato come “soluzione” contro la mosca, ma nella sua forma naturale è una polvere di roccia, un’argilla.

Il caolino rientra, quando immesso in commercio tal quale, tra i corroboranti, i quali essendo diversi dai fitofarmaci, possono affiancarne l’uso piuttosto che sostituirli e devono essere immessi in commercio privi di indicazioni fitofarmaceutiche. 

Può essere efficace solo se inserito in una strategia preventiva, fondata su applicazioni anticipate, copertura omogenea, monitoraggio continuo e tempestività operativa.

Un caso di studio

Piante trattate e controllo in laboratorio

Proprio su queste basi si fonda il progetto triennale in corso a Nocciano (Abruzzo), realizzato da Gianni Santilli e Camillo Calore.

Spesso raccogliamo informazioni e dati direttamente dai nostri clienti, che rappresentano per noi la fonte più preziosa di conoscenza. In particolare, osserviamo con attenzione il lavoro di quegli olivicoltori che scelgono un approccio accurato e che si fidano delle nostre indicazioni nell’uso del prodotto. In azienda crediamo fortemente nell’ascolto reciproco e nella possibilità di raggiungere insieme gli obiettivi, trasformando l’esperienza di campo in un patrimonio condiviso.

L’oliveto coinvolto nella sperimentazione

Qui, il protocollo biologico impiega caolino e propoli – una sostanza resinosa che ha proprietà antibatteriche – per proteggere le olive in modo sostenibile. Finora, le piante trattate hanno mostrato maggiore resistenza al caldo e alla siccità, e le prime osservazioni sulla varietà ascolana tenera indicano un danno attivo contenuto intorno al 5%, contro il 70% degli anni precedenti.

La stagione si avvia alla conclusione e c’è ancora tempo per la raccolta delle olive da olio. Tuttavia, dal monitoraggio del 1° settembre, emerge un risultato particolarmente significativo sulla varietà ascolana tenera, già pronta per la raccolta come oliva da mensa: il 95% delle drupe è sano.

Un dato che conferma la validità della strategia preventiva adottata. L’obiettivo di Gianni Santilli e Camillo Calore rimane quello di portare le olive al giusto grado di maturazione in modo biologico, così da ottenere un olio di alta qualità. Se la pressione della mosca aumenterà, potranno decidere di anticipare la raccolta, adottando la soluzione più adatta a tutelare la qualità dell’olio.

I dati finora raccolti sono promettenti e confermano alcuni principi fondamentali: il caolino funziona solo se usato prima dell’attacco, la propoli ne migliora l’efficacia ma senza monitoraggio e tempestività i danni possono crescere velocemente.

La vera sfida sarà vedere se questa strategia reggerà fino alla raccolta, permettendo di ottenere un olio biologico di alta qualità, malgrado la forte pressione della mosca olearia in questa stagione complessa.

Il progetto è ancora in corso e le prossime settimane saranno decisive per capire se la strategia riuscirà a sostenere la protezione fino alla raccolta dell’olio. Continueremo a seguire con attenzione l’esperienza di Gianni e Camillo, condividendo aggiornamenti e dati raccolti.

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Tags: in evidenza, Mosca dell'olivo, Olive, oliveto, olivicoltura

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