Quella di Cartoceto, in provincia di Pesaro-Urbino da cui prende il nome, è una minuscola Dop, l’unica attribuita all’olio di oliva delle Marche dove è presente anche una Igp regionale e una Dop per l’oliva ascolana. Oltre che nel Comune che le dà il nome – Cartoceto appunto – ha una zona di produzione che comprende i vicini Comuni di Saltara, Serrungarina, Mombaroccio e parte di quello di Fano.
Al potenziamento di questa produzione olivicola collinare è stato dedicato un progetto triennale dal titolo “Valorizzazione delle risorse genetiche dell’olivo e introduzione di nuove tecniche a basso impatto ambientale nell’areale della DOP Cartoceto”, noto anche con l’acronimo di Oliv-Get. Tale progetto mira a potenziare la produzione olivicola .si propone di introdurre innovazioni per aumentare la resa, migliorare la qualità e promuovere la sostenibilità ecologica ed economica. Si concentra altresì sulla propagazione certificata della cultivar Raggiola, adattata alle condizioni locali ma attualmente priva di materiale genetico certificato. Saranno supportati impianti razionali e soluzioni a più alta densità, con l’implementazione di strumenti di rilevamento georeferenziati per aiutare gli agricoltori nelle decisioni. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale ed economico della coltura, massimizzando l’efficacia dell’intervento. Il supporto tecnologico migliorerà la qualità dell’olio e l’analisi della sua qualità verrà utilizzata per migliorare la catena di produzione. Il progetto prevede anche la formazione di professionisti per promuovere le innovazioni e garantire il ricambio generazionale nell’ambito dell’olivicoltura.
Tra le azioni sviluppate durante il progetto, si evidenzia il lavoro svolto dal Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche nella selezione e certificazione delle piante di olivo della varietà Raggiola, con l’obiettivo di preservare il patrimonio genetico.
Inoltre, sono state implementate tecniche per razionalizzare la produzione negli impianti esistenti, ottimizzando l’uso dell’acqua e migliorando la gestione degli alberi, con conseguenti benefici sulla resa e sulla qualità dell’olio.
Un altro punto focale è stato ridurre l’impatto ambientale e ottimizzare le produzioni attraverso pratiche agronomiche differenziate e interventi mirati di concimazione razionale, migliorando la fertilità del suolo e aumentando la produttività degli oliveti.
Ed ancora è stato implementato un sistema di Agricoltura 4.0 che fornisce agli agricoltori informazioni basate su sistemi di supporto alle decisioni per una gestione più efficiente e sostenibile delle risorse.
Infine, il Centro di ricerca e servizi “Smart Farming” ha condotto uno studio sull’evoluzione storica del paesaggio olivicolo del territorio della DOP di Cartoceto, sottolineando l’importanza di conservare e valorizzare l’identità territoriale attraverso l’integrazione degli oliveti con elementi paesaggistici e habitat naturali.