Il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale ha finalmente pubblicato la graduatoria del quinto bando dei contratti di filiera dove, tra gli oltre 300 progetti presentati, ne figurano diversi del settore olivicolo oleario. Una quarantina i progetti finanziabili complessivamente con gli 850 milioni rispetto al miliardo e 200 milioni inizialmente previsti dalla dotazione finanziaria (fondi Pnrr), visto che circa 350 milioni sono stati destinati allo scorrimento della graduatoria del quarto bando. Stando a quanto dichiarato dagli esponenti di Governo – e quanto subito rilanciato dalle associazioni di categoria, Confagricoltura in primis – questo bando potrebbe essere a sua volta implementato con un altro miliardo di euro, sempre di fondi Pnrr, che potrà permettere di coprire almeno i primi 100 progetti in graduatoria. Se così fosse, una quindicina sarebbero quelli destinati al settore olivicolo oleario, per un importo complessivo di circa 200 milioni. A fare il pieno è Unaprol-Coldiretti con 8 progetti per oltre 85 milioni, mentre intorno ai 20 milioni assommerebbero quello di Italia Olivicola, quello di Aproli-Aifo, quello di Confoliva e poco sopra i 10 milioni il progetto di Monini e quello di Salov per restare tra i principali.
Entro il 10 luglio il termine per presentare richiesta motivata di riesame della rispettiva posizione in graduatoria da parte dei proponenti i progetti. E già questo striminzito termine è motivo di perplessità, anche se niente in confronto alle polemiche che si sono subito levate circa la valutazione dei punteggi con numerosi ricorsi annunciati. Di certo c’è il timore che il tutto possa rallentare vistosamente l’erogazione dei fondi a beneficio dei vari settori produttivi.
Sullo sfondo un altro problema che potrebbe rivoluzionare la graduatoria, quello relativo alla bancabilità dei progetti. A differenza dei bandi precedenti, per questo quinto sui contratti di filiera non era richiesta la bancabilità. E parliamo, tra l’altro, di progetti perfezionati oltre un anno fa quando i tassi di interesse erano intorno al 2%, decisamente inferiori rispetto a quelli odierni. Dunque tra progetti che non riuscirebbero ad avere l’avallo da parte del mondo del credito ed altri su cui potrebbe arrivare la rinuncia per gli alti tassi di interesse, in molti immaginano che la graduatoria finale sarà decisamente diversa rispetto a quella provvisoria appena pubblicata.
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