Pioggia e umidità dal sud al nord tra fioritura in corso o in ritardo

Economia
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Sembra proprio non esserci pace per la fioritura degli olivi del nostro paese. Se nel maggio 2022 erano state le ondate di calore a “bruciare” i fiori nel mese di maggio, quest’anno pioggia, vento e basse temperature rischiano di provocare gli stessi danni dove la fioritura ha preso il via, mentre potrebbero essere fattori che la ritardano eccessivamente dove non si è ancora sviluppata, con il timore poi di un improvviso eccessivo rialzo delle temperature.
Dal sud al nord d’Italia è dunque legittima la preoccupazione degli olivicoltori italiani, specialmente dopo una mignolatura che nel meridione lasciava grandi aspettative. Un segnale d’allarme giunge dalla Sicilia, che per posizione geografica è più avanti nella fase vegetativa della pianta. E a lanciarlo è una persona proverbialmente moderata e cauta come Mario Terrasi, presidente del Consorzio di tutela dell’olio Igp Sicilia, oltre che a capo della maggiore OP dell’isola.
“Vi è la concretissima possibilità – ha detto Terrasi al Giornale di Sicilia appena due giorni fa – di rivedere le stesse scene del 2022, con un calo del 40% dei frutti in fase di raccolta rispetto al 2021. Questo difatti è un periodo delicatissimo per i nostri oliveti, almeno per quelli che si trovano sotto i 600 metri di altitudine e sono già in fioritura. E non è ancora finita perché nel week end sono previste ulteriori precipitazioni. Il guaio è che, con i cambiamenti climatici in atto, l’anomalia sta diventando normalità”.
Prudenza nel resto del sud Italia, dove continua a piovere con temperature che sono rimaste al di sotto dei 20°. Spiega Stefano Caroli, presidente dell’Associazione frantoiani della Puglia: “Fioritura in ritardo, tranne nelle coste del barese, e dunque la pioggia di questi giorni non può che far bene. C’è da augurarsi che nei prossimi 20 giorni vi sia però un graduale cambio di temperatura per non soffrire poi le ondate di calore dello scorso anno”.
Stesso scenario in Campania dove “le temperature restano basse e di fiori ancora non c’è traccia” come evidenzia Alberto Romano, del pluripremiato frantoio in provincia di Benevento, che ci ha inviato la foto accanto.
Sul fronte Lazio, Andrea Quattrociocchi dell’azienda Santanna aderente all’Igp Roma, guarda il meteo con un po’ di preoccupazione: “Mignolatura ancora compatta nei nostri territori, temperature che si fermano a 15 gradi e pioggia anche per la prossima settimana. Incrociamo le dita, sperando che non arrivino poi i 30 gradi tutti insieme nel mezzo della fioritura”.
E se nelle Marche, rimarca Lorenzo Mosci del Consorzio Ipg della regione, “è la mignolatura ad essere stata scarsa, il 50% in meno dello scorso anno, fatto dovuto al caldo di gennaio e febbraio quando le piante hanno cominciato a germogliare, stoppate poi dall’improvviso freddo”, per la Toscana, la martoriata Emilia-Romagna ed il nord Italia si resta in prudente attesa. “Nelle regioni del centro-nord la fioritura è ovviamente più indietro – spiega Enzo Gambin, direttore dell’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli – ma non troppo. Parliamo di qualche giorno per le zone centrali e un po’ più di una settimana per Veneto, Lombardia, Liguria, Trentino e Friuli. Dovesse mantenersi questa instabilità meteo anche in fase fioritura, potrebbero esserci problemi perché l’impollinazione nell’olivo è anemofila, e cioè è il vento che si prende l’incarico di trasportare il polline nell’ovario, a differenza di molte altre specie dove l’impollinazione è entomofila, cioè avviene grazie agli insetti. Se non si alzano le temperature e permane l’umidità, pertanto, il polline diventa troppo pesante per viaggiare nell’aria”.

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Tags: fioritura, impollinazione, in evidenza

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