Ritorni di freddo: 2 gradi soglia per i danni alle infiorescenze

Il crollo delle temperature una minaccia se diventa prolungato
Tecnica e Ricerca
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Prosegue l’accrescimento dei germogli e l’allungamento delle infiorescenze, con boccioli fiorali distanziati e in fase di rigonfiamento. Anche se questa terza decade di aprile ha portato uno scompenso alla pianta d’olivo: si è passati da temperature estive dove si sono sfiorati i 30° a crolli termici più vicini ad un clima invernale.

Ciò, fa notare l’AIPO – Associazione interregionale produttori olivicoli, potrebbe causare un rallentamento temporaneo della crescita e influire sulla capacità della pianta di assorbire nutrienti e acqua. Tuttavia, l’olivo è generalmente resistente e si riprende facilmente, purché le temperature fresche non siano prolungate.

Lo studio sulle temperature sostenibili

Al riguardo utile riprendere un recente articolo pubblicato su OlivoNews sui danni alle infiorescenze di olivo con i ritorni di freddo in primavera. In particolare si evidenziava che se il tronco ed i rami possano sopportare anche temperature di -17° C durante il pieno inverno e i -7°/-10° C in primavera, le gemme e le foglie mal sopportano temperature sotto i -2°/-3° C durante la ripresa vegetativa.

Le infiorescenze sembrano essere sensibili a temperature prossime o al di sotto dello zero, anche se non è ben chiaro quali siano le temperature soglia e i tempi di permanenza a tale temperatura per indurre danni visibili a queste strutture. L’altro aspetto da considerare è la diversa suscettibilità delle cultivar. Ad ogni modo, rilevavano i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche autori dello studio, “dalle temperature e dai danni registrati negli oliveti considerati, è possibile concludere che 2° C rappresentano probabilmente la temperatura soglia al sotto della quale si possono avere danni a fiori ed infiorescenze”.

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Tags: freddo, gemme, in evidenza, infiorescenze, Università Politecnica delle Marche

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