I vantaggi dell’inerbimento del suolo in oliveti marginali declivi

I risultati di una sperimentazione su terreno e produzione di olive
Tecnica e Ricerca
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Il recupero della competitività dei sistemi olivicoli marginali deve essere attuato adottando tecniche di gestione compatibili con una agricoltura multifunzionale che consenta la riduzione dei costi di gestione, assicurando allo stesso tempo la salvaguardia ambientale, la qualità dei prodotti e la redditività della coltura. ln particolare, la gestione del suolo di impianti collinari declivi deve essere orientata all’adozione di tecniche di minima lavorazione, ad evitare la destrutturazione del terreno e limitare i fenomeni erosivi. Il controllo della flora avventizia può essere efficacemente effettuato mediante erbicidi di contatto, utilizzabili anche come spollonanti, o ricorrendo all’inerbimento controllato. I risultati ottenuti da prove sperimentali di inerbimento di suoli olivetati scoscesi hanno confermato i vantaggi di questa tecnica rispetto alle lavorazioni sulle caratteristiche del suolo, nel controllo dell’erosione e sulla produttività delle piante.

INERBIMENTO – In particolare, l’inerbimento migliora la struttura e della fertilità del suolo, riduce i costi operativi, richiede minor fabbisogno energetico degli interventi. La corretta applicazione di tale tecnica favorisce l’umificazione della sostanza organica; migliora la regimazione idrica, la struttura e la portanza del suolo; agevola lo sviluppo radicale e l’attività dei microrganismi, contribuendo al riequilibrio fisiologico e nutrizionale delle piante; riduce, infine, le perdite di suolo e di elementi nutritivi a seguito dei fenomeni erosivi. Per contro, la sua non adeguata gestione può indurre competizione per l’acqua e per i nutrienti nei confronti della coltura principale. Tale eventualità può essere elusa con la tempestiva trinciatura del prato e con eventuali concimazioni aggiuntive.
Il tipo di inerbimento più semplice da realizzare è quello naturale permanente, con cui il terreno si lascia costantemente ricoperto dalla vegetazione spontanea, che viene periodicamente trinciata; in alternativa, nelle zone soggette ad aridità estiva, o dove siano maggiori i rischi di incendio, si adotta l’inerbimento temporaneo, con eliminazione del cotico, ed interro della biomassa con una lavorazione superficiale, prima che inizi la competizione idrica. Con l’inerbimento artificiale, si effettua la semina di essenze resistenti al calpestamento che consentono un rapido insediamento del cotico, ad impedire lo sviluppo e la diffusione di altre infestanti; le ovvie limitazioni sono di tipo economico e gestionale: oltre alla scelta delle specie ed al costo della semina, dopo alcuni anni generalmente le specie autoctone prendono il sopravvento, obbligando alla risemina.

DATI SPERIMENTALI – Prove di inerbimento sono state condotte nell’Istituto Sperimentale per l’Olivicoltura di Rende (CS), in un oliveto collinare declive condotto in asciutto, su piante della cultivar Carolea di 8 anni all’inizio della prova, in una zona con pluviometrie concentrate nel periodo invernale e con lunghi periodi di aridità estiva. I risultati ottenuti in un quinquennio di osservazioni hanno confermato gli effetti positivi di questa tecnica, in confronto con la tradizionale lavorazione meccanica, sia sulle caratteristiche del suolo, che sulla regimazione idrica e sul contenimento dell’erosione. Dai rilievi effettuati, è risultato che la maggior parte degli eventi piovosi non hanno generato deflusso nelle parcelle inerbite, mentre nella tesi lavorata una notevole percentuale di acqua piovana è stata persa per ruscellamento, asportando consistenti quantità di terreno e di sostanza organica.
Le piante inerbite, inoltre, sono risultate più produttive, manifestando anche una minore alternanza di produzione: rispettivamente, nel corso dei cinque anni, si sono raccolte 8, 13, 15, 11 e 16.5 kg di olive a pianta nell’oliveto con terreno inerbito e 11, 4, 22, 11 e 5 kg di olive a pianta nell’oliveto con terreno lavorato.

CONCLUSIONI – Nella gestione del suolo degli oliveti marginali, le possibilità di intervento devono essere attentamente valutate in funzione delle diverse realtà pedoclimatiche. Tra le citate metodiche gestionali, la tecnica dell’inerbimento controllato, nelle sue varie forme, risulta generalmente la più semplice, la più efficace e la meno dispendiosa da applicare. Gli effetti del cotico sulle caratteristiche del suolo, sulla regimazione idrica, sul contenimento dell’erosione e sulla produttività delle piante, rendono tale tecnica una scelta obbligata sui terreni declivi in coltura asciutta, tipici delle aree olivicole marginali, agevolando le operazioni colturali, limitandone i costi, e contribuendo a ridurre i processi di desertificazione in atto in tutto il bacino Mediterraneo.

Bibliografia
Tratto da: Atti del Convegno “Il futuro dei sistemi olivicoli in aree marginali: aspetti socio-economici, gestione delle risorse naturali e produzioni di qualità” – Dipartimento di Scienze dei Sistemi Culturali., Forestali e dell’Ambiente – Università degli Studi della Basilicata – T.Toscano, B.Scazziota, C.Briccoli-Bati) 

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Tags: in evidenza, inerbimento

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