Gli effetti del freddo sulle piante d’olivo e gli interventi protettivi

L'uso mirato di concimi e biostimolanti per sostenere la lignificazione dei nuovi getti
AIPO
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Le previsioni indicano che, in Italia, sta entrando aria fredda che abbasserà notevolmente le temperature, con potenziali influenze negative sulle piante d’olivo. Per quest’annata, molte piante non hanno ancora completato la lignificazione dei nuovi getti, che daranno olive il prossimo anno.

Nei tessuti poco lignificati, l’acqua intracellulare è più suscettibile al congelamento, portando alla formazione di cristalli di ghiaccio che possono danneggiare le membrane cellulari, causando necrosi e morte delle cellule.
Gli interventi agronomici che possiamo attuare per migliorare la resistenza al freddo includono l’uso mirato di concimi e biostimolanti.

Potassio e la tolleranza al freddo

Il potassio (K) è un nutriente chiave per l’adattamento delle piante a condizioni di stress abiotico. La sua funzione principale è supportare l’omeostasi osmotica, cioè la capacità della cellula di mantenere l’equilibrio idrico interno.
Questo equilibrio riduce il rischio di disidratazione, che può amplificarsi durante il freddo. Grazie alla sua presenza nel citoplasma, il potassio aiuta ad abbassare il punto di congelamento dell’acqua intracellulare, prevenendo la formazione di cristalli di ghiaccio. Inoltre, il potassio stabilizza le membrane cellulari, essenziali per mantenere l’integrità della cellula in condizioni di freddo intenso, e sostiene la regolazione stomatica, limitando così la perdita di acqua per traspirazione in condizioni di gelo.

Modalità e tempistica di applicazione – In previsione di repentini abbassamenti delle temperature, è possibile l’applicazione fogliare di concimi a base di potassio con dosi di 2-4 kg/ha di ossido di potassio, tipo cloruro di potassio. Dopo il trattamento, le piante avranno maggiore resistenza agli stress termici, aumentando così le probabilità di superare in modo indenne i periodi di freddo.

Osmoprotettori e biostimolanti

Gli osmoprotettori sono molecole organiche che le piante producono per aumentare la resistenza a vari tipi di stress, incluso il freddo. Tra questi rientrano amminoacidi (come la prolina e la glicina betaina). zuccheri (come il trealosio) e polioli (come il sorbitolo).

La prolina e la glicina betaina proteggono le membrane cellulari prevenendo danni da freddo. Il trealosio previene la disidratazione delle cellule ed evita la formazione di cristalli di ghiaccio dannosi. Anche il sorbitolo previene la disidratazione delle cellule. Queste sostanze sono contenute nei biostimolanti, che devono essere applicati alcuni giorni prima dell’ondata di freddo per garantire l’assorbimento ottimale da parte delle piante.

Modalità e tempistica di applicazione – Le dosi da utilizzare potrebbero essere: amminoacidi (es. prolina e glicina betaina) applicati per via fogliare, con dosi tra 1-2 litri/ettaro, con soluzioni contenenti amminoacidi al 5-10%; polioli e zuccheri applicati a dosi che variano tra 1-3 litri/ettaro, in applicazioni fogliari ogni 2-3 settimane durante i periodi di rischio.

L’applicazione di questi prodotti è più efficace se effettuata qualche giorno prima dell’arrivo delle temperature rigide, permettendo alla pianta di assorbire i nutrienti e attivare i meccanismi di difesa. Durante i periodi di rischio elevato, come nei primi mesi invernali, si consiglia di ripetere i trattamenti ogni 2-4 settimane, in base alla previsione meteorologica e alla vulnerabilità degli olivi.

Conclusione

In sintesi, per mantenere la salute degli olivi e limitare i danni da freddo, è indispensabile adottare misure agronomiche preventive come l’applicazione di concimi specifici e biostimolanti osmoprotettivi. Tali interventi non solo riducono il rischio di danni, ma contribuiscono a garantire una produttività stabile e duratura, favorendo una maggiore resilienza della pianta al freddo.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, biostimolanti, freddo, in evidenza, potassio

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