La mosca dell’olivo cambia strategia: nuove sfide per l’olivicoltore

In un contesto di cambiamento climatico e variabilità comportamentale del parassita, la difesa da parte dell'olivicoltore deve evolvere verso un modello adattivo
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È possibile che l’uso prolungato di trappole massali abbia esercitato una pressione selettiva verso individui meno sensibili ai feromoni sessuali, come suggerito da osservazioni di campo e studi preliminari in altre specie di insetti (Tephritidae). Le alte temperature estive riducono l’attività di volo della mosca nelle ore centrali, modificando i momenti di cattura e complicando l’interpretazione dei dati.

Il microbiota superficiale delle olive.

Studi recenti (ad es. Malheiro et al., 2015; Konstantopoulou et al., 2020) indicano che i microrganismi presenti sulla buccia emettono segnali olfattivi che guidano la mosca nella scelta del frutto. L’uso di polveri di roccia e trattamenti antimicrobici può alterare questi segnali, rendendo le olive meno riconoscibili e influenzando il comportamento del parassita.

Caldo estivo: un alleato parziale

Il cambiamento climatico ha portato inverni più miti, favorendo la sopravvivenza delle forme svernanti della mosca. L’estate, però, porta con sé una compensazione termica che può giocare a favore dell’olivicoltore. Sopra i 30–32°C, le femmine tendono a sospendere l’ovideposizione, rifugiandosi all’interno della chioma in attesa di temperature più favorevoli. Le uova deposte in condizioni di caldo estremo mostrano una mortalità superiore al 50%, soprattutto se le olive sono esposte al sole e poco idratate.

In oliveti irrigui o ombreggiati, la temperatura interna del frutto può restare più bassa, favorendo lo sviluppo larvale. In condizioni asciutte e ventilate, il caldo può inibire il ciclo biologico, offrendo una finestra di tregua all’olivicoltore.

Agosto rinfresca il frutto, ma riaccende il rischio

Nella seconda metà di agosto si osserva una tendenza alla diminuzione della mortalità da caldo, legata a fattori agronomici e climatici.
Le olive hanno ormai raggiunto le dimensioni finali, con una maggiore idratazione che le rende più resistenti agli stress termici.
Le ore di insolazione diretta calano in Agosto, riducendo l’esposizione prolungata delle uova e delle larve. In assenza di stress idrici significativi, l’oliva offre una protezione termica più efficace, ma proprio questa condizione può riattivare il ciclo infestante della mosca in microclimi favorevoli.

Le trappole possono non rilevare attività apparente, mentre l’infestazione può comunque svilupparsi in zone ombreggiate o irrigue.

Fine estate: il frutto si fa accogliente, il rischio aumenta

Con il progredire di agosto, le olive presentano condizioni ideali per l’ovideposizione, sono idratate, mature e più attrattive.
Questo coincide spesso con un aumento della popolazione adulta, favorita da temperature più miti rispetto ai picchi di luglio.
Le generazioni estive della mosca tendono a intensificarsi proprio tra agosto e settembre, quando il frutto è più vulnerabile.
La maggiore disponibilità di drupe recettive e il calo delle temperature massime possono riattivare l’attività riproduttiva del parassita, rendendo questa fase particolarmente delicata. In oliveti irrigui o ombreggiati, dove il frutto mantiene umidità e freschezza, il rischio di infestazione può aumentare sensibilmente.

Ovideposizione notturna: cosa succede?

Una domanda frequente riguarda l’attività notturna della mosca. Le evidenze disponibili indicano che la Bactrocera oleae è un insetto diurno, con picchi di attività concentrati nelle ore fresche del mattino e del tardo pomeriggio.

Le femmine evitano le ore centrali più calde, ma non risultano attive durante la notte. L’ovideposizione avviene in condizioni di luce, poiché la mosca utilizza segnali visivi e olfattivi per individuare il frutto adatto.

Le notti più lunghe e fresche di fine estate possono però influenzare indirettamente il comportamento dell’insetto, favorendo una maggiore attività nelle prime ore del giorno. Questo rende ancora più importante il monitoraggio tempestivo e l’osservazione diretta delle drupe, soprattutto al mattino.

Verso una difesa adattiva

In un contesto di cambiamento climatico e variabilità comportamentale del fitofago, la difesa deve evolvere verso un modello adattivo, in linea con i principi della gestione integrata dei parassiti (IPM – Integrated Pest Management, Direttiva 2009/128/CE). Accanto al monitoraggio con trappole, è indispensabile eseguire ispezioni dirette delle drupe mediante sezionatura, valutando:
– numero di punture di ovideposizione;
– presenza e stadio di sviluppo di uova e larve;
– percentuale di frutti infestati.

La combinazione di questi dati con le previsioni meteorologiche e lo stadio fenologico dell’olivo consente interventi mirati: ad esempio, l’uso di ovilarvicidi quando prevalgono larve di prima età, evitando adulticidi non necessari; oppure il rinvio del trattamento se sono previsti più giorni oltre i 32 °C, sfruttando la naturale sospensione dell’ovideposizione.

Trattamenti: quando agire per colpire davvero

Alla luce del comportamento diurno della mosca, l’orario di applicazione dei prodotti fitosanitari non è affatto indifferente. I trattamenti effettuati nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio-sera risultano più efficaci, poiché coincidono con i momenti di maggiore attività dell’insetto. In queste fasce orarie, gli adulti sono più esposti e i principi attivi hanno una maggiore persistenza, evitando evaporazione e fotodegradazione per esposizione ai raggi UV del principio attivo.

Acetamiprid: migliori risultati se distribuito nei momenti di attività del parassita.
Azadiractina: fotosensibile, va applicata in condizioni ombreggiate.
Deltametrina: piretroide di sintesi ad azione abbattente; più efficace quando gli adulti sono in volo o in movimento, preferibilmente nelle ore fresche per aumentarne l’esposizione diretta.
Flupyradifurone (Sivanto Prime): sistemico e translaminare, meno sensibile all’orario di applicazione; la sua efficacia è legata più alla tempestività rispetto alla fase di infestazione che non al momento preciso della giornata.
Spinosad e Cyantraniliprole (esche alimentari): efficaci quando la mosca è in fase di alimentazione, tipicamente nelle ore fresche.
Piretro naturale: ad azione abbattente rapida, va applicato nelle ore fresche per massimizzare il contatto diretto con gli adulti in movimento; sensibile alla luce, quindi da evitare nelle ore centrali.
Beauveria bassiana (ceppo ATCC 74040): fungo entomopatogeno ad azione per contatto e deterrente sull’ovideposizione; utile in oliveti piccoli o con alta pressione del fitofago, efficace nelle fasi finali del ciclo (settembre/ottobre); da applicare nelle ore fresche per massimizzare l’effetto.

Non tutte le etichette riportano indicazioni esplicite sull’orario, ma l’esperienza agronomica e le linee guida regionali suggeriscono chiaramente di evitare le ore centrali più calde e di privilegiare le fasce fresche della giornata. L’efficacia del trattamento non dipende solo dal principio attivo, ma anche dal momento in cui viene somministrato.

In questo scenario, l’olivicoltore non è più solo applicatore di protocolli, ma interprete attivo di segnali biologici e climatici, capace di adattare la difesa giorno per giorno.

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Tags: in evidenza, Mosca dell'olivo, olio di oliva, Olive, olivicoltore, olivicoltura

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