Il momento della potatura dell’olivo è anche occasione di valutare lo stato sanitario delle piante, ad iniziare dai lepidotteri rodilegno. I lepidotteri rodilegni dell’olivo, come il Rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), il Tignole rodiscorza (Euzophera), il Rodilegno rosso (Cossus cossus), sono insetti xilofagi, che possono causare danni agli alberi d’olivo.
Le larve di questi insetti si nutrono del legno e diventano adulte grazie a una flora batterica, microbioma larvale, in grado di utilizzare la cellulosa e la lignina presenti. Nell’apparato digerente delle larve si producono enzimi come la cellulasi e la ligninasi, che degradano la cellulosa in zuccheri semplici e la lignina in composti fenolici, fornendo nutrimento alle larve. Il danno principale è causato dalle gallerie scavate dalle larve durante il loro sviluppo, che indeboliscono la struttura dell’olivo, portando a disseccamenti e potenziali rotture dei rami.
Rodilegno giallo
Zeuzera pyrina, conosciuto come Rodilegno giallo, è una delle principali specie xilofaghe che attacca i giovani impianti d’olivo e anche quelli in produzione. Le larve di questo lepidottero scavano gallerie nei tronchi principalmente nelle biforcazioni dei rami, causando il disseccamento della vegetazione sopra il punto di attacco. In caso d’infestazione si può ricostituire la pianta partendo da un germoglio sottostante e rimuovendo le parti infestate.
L’’adulto è una farfalla bianca con maculature nere, ricoperta da una peluria vellutata, deposte su giovani rami, in corrispondenza di screpolature o ferite. Le larve appena nate sono rosa, poi diventano giallo-crema con puntini neri sul dorso e una testa nera lucente e scavano gallerie nei rami, facilmente individuabili per gli escrementi cilindrici e bianco-rosati. La lotta contro Zeuzera pyrina richiede di eliminare le parti infestate durante la potatura e individuare la presenza delle larve all’interno dei rami, in questi casi va inserito un fil di ferro nelle gallerie per bucare e uccidere le larve all’interno.
Questa tecnica è efficace per coltivazioni di piccole dimensioni, mentre per oliveti con elevato numero di piante è possibile l’utilizzo di trappole a feromone, da posizionare in primavera, circa dieci trappole a ettaro per monitorare lo sfarfallamento degli adulti e individuare la formazione di nuove gallerie.
È possibile attuare anche la confusione sessuale, si utilizzano 300-400 diffusori di feromoni per ettaro per disturbare la comunicazione tra maschi e femmine, riducendo le possibilità di accoppiamento e quindi il numero di nuove uova deposte. Queste strategie combinate possono aiutare a gestire le infestazioni di Zeuzera pyrina.
Tignole rodiscorza
Le Tignole rodiscorza – Euzophera pinguis e Euzophera bigella – sono diventate una preoccupazione. Questi lepidotteri, che preferivano una volta la vite, il melo, il pesco, il mandorlo, il frassino, ora attaccano gli olivi. Le ragioni non sono chiare, si ipotizza che cambiamenti climatici e modifiche ambientali hanno spinto questi insetti a cercare nuovi ospiti. Da aggiungere, che le ferite alla corteccia causate da Rogna dell’olivo, potature di riforma e altri danni meccanici sono diventati punti di ingresso ideali per le larve.
Le femmine di queste tignole depongono le uova nelle vicinanze delle ferite della corteccia e, quando schiudono, le larve penetrano e si nutrono dei tessuti legnosi dell’olivo, causando disseccamenti e indebolimento della pianta. Una volta mature, le larve si impupano e gli adulti sfarfallano, continuando il ciclo. Le parti del legno colpite formano dei gonfiori con fessure, all’interno si possono trovare dei glomi di escrementi mischiati a filamenti biancastri, uniti in piccoli ammassi scuri.
Attualmente, non esiste una strategia di controllo specifica per questi lepidotteri, ma si consiglia di rimuovere e bruciare le parti infestate e di utilizzare trappole a feromoni per monitorare e ridurre la popolazione.
Rodilegno rosso
Il Rodilegno rosso, Cossus cossus, ha un ciclo di vita che dura circa due o tre anni. Gli adulti compaiono a fine primavera e depongono le uova negli anfratti della corteccia, generalmente alla base delle piante. Le larve neonate scavano gallerie nel legno, indebolendo la pianta e causando disseccamenti. Dopo aver trascorso l’inverno, le larve continuano a svilupparsi e raggiungono la maturità in estate, creando un bozzolo da cui poi sfarfalla l’adulto.
La base del tronco offre una combinazione di fattori che rappresentano un ambiente ideale per le larve del Cossus cossus. Innanzitutto questa porzione di legno è ricco di cellulosa e lignina, due composti organici che rappresentano la principale fonte di nutrimento per le larve xilofaghe.
La base del tronco, inoltre, può avere una maggiore concentrazione di resina e linfa, sostanze che possono offrire ulteriori fonti di energia e nutrimento per le larve, poi tende ad essere più umida rispetto ad altre parti dell’albero, un ambiente che favorisce la sopravvivenza delle larve. La corteccia più spessa e robusta alla base assicurando una maggiore protezione contro i predatori e le condizioni atmosferiche avverse. In più, la base aree è più facilmente danneggiata con ferite e, queste, sono punti di accesso ideali per le larve, che possono penetrare più facilmente nel legno.
Questi fattori combinati rendono la base del tronco un habitat favorevole per lo sviluppo delle larve del Cossus cossus, facilitando il loro ciclo vitale e causando, di conseguenza, gravi danni scavando lunghe gallerie, che possono portare a deperimenti e punto di ingresso per funghi patogeni e altri parassiti. Per prevenire l’attacco del Cossus cossus, è possibile rimuovere e bruciare le parti infestate e utilizzare trappole a feromoni per monitorare e ridurre la popolazione.
Strategie di monitoraggio e gestione
Per gestire efficacemente questi parassiti, è fondamentale un attento e costante controllo, nel caso di accertate infestazioni, utilizzare trappole a feromone per monitorare le popolazioni di adulti. Una volta individuate le parti infestate, queste vanno eliminate e bruciate durante le operazioni di potatura. Sono possibili anche utilizzi di diffusori di feromoni per disturbare la comunicazione tra maschi e femmine, riducendo le possibilità di accoppiamento. Di scarsa utilità sono le applicazioni di trattamenti chimici. È pure importante mantenere gli olivi in buona salute attraverso una corretta concimazione e gestione del suolo per ridurre la vulnerabilità agli attacchi dei parassiti.
Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli