Il mercato dell’olio di oliva in Italia resta sempre condizionato da importazioni e esportazioni significative che testimoniano come il nostro paese conservi un ruolo di primo piano nelle transazioni commerciali sia per volumi che per valore economico.
Interessante in questo senario notare come nello scorso anno l’Italia abbia importato ed esportato lo stesso quantitativo di olio extravergine di oliva: 223 mila tonnellate sono entrate nel nostro paese e altrettante ne sono uscite.
Dove lo acquistiamo
Sulla base della elaborazione del Centro Studi Divulga su dati della Commissione Europea, risulta che sia la Spagna il principale paese di approvvigionamento dell’Italia con quasi 105 mila tonnellate di olio, seguito dalla Tunisia con circa 49 mila tonnellate, la Grecia con poco meno di 32 mila ed il Portogallo con 21 mila. Non mancano poi altri paesi minori tra cui figurano, oltre alla Turchia, anche il Cile e l’Argentina. L’Italia risulta in questo caso essere il paese che, nei primi 9 mesi del 2024, maggiore importatore di olio extravergine di oliva all’interno dell’Unione europea distanziando nettamente Spagna, Francia e Germania.
Dove lo vendiamo
Relativamente alle esportazioni, il principale mercato di riferimento per l’Italia è quello a stelle e strisce. Negli Usa sono infatti arrivate quasi 80 mila tonnellate delle oltre 153 mila esportate dal nostro paese fuori dai confini Ue nella precedente campagna olearia. Mercati importanti sono anche il Giappone e il Canalda (in entrambi i casi esportate quasi 12 mila tonnellate), il Regno Unito (8.700 tonnellate) e la Svizzera (con poco meno di 7 mila tonnellate). All’interno dei confini europei, l’olio italiano è arrivato in Germania (26 mila tonnellate), Francia (16 mila), Spagna (5.500) e Belgio (2 mila). Il valore complessivo delle esportazioni ha superato il miliardo e mezzo di euro, portando la bilancia commerciale ad un netto di 1,1 miliardi (a fronte di olio importato per 412 milioni di euro).
“Un sistema di tracciabilità unico in Europa”
I dati sono contenuti nell’ultima newsletter di Coldiretti dove l’associazione, insieme al suo braccio operativo per l’olio Unaprol, evidenziano come – in questo significativo flusso di olio di oliva in entrata ed in uscita – le frodi, le sofisticazioni e le adulterazioni sono un fenomeno di portata internazionale che richiede un intervento urgente a livello. Per questo propongono l’istituzione di un sistema telematico unico a livello europeo per la registrazione e la tracciabilità degli oli d’oliva vergini. Un sistema simile al Registro Telematico del Sian già adottato in Italia, che ha dimostrato la sua efficacia nel garantire la trasparenza e nel prevenire le frodi. “Un sistema di tracciabilità unico a livello europeo permetterebbe di garantire ed estendere la trasparenza in ogni fase della produzione, dalla raccolta delle olive all’imbottigliamento. In questo modo la produzione e commercializzazione sarebbe tracciabile in modo digitale in tutti gli Stati, con le stesse regole. Un sistema di tracciabilità efficace ed uguale per tutti scoraggerebbe inoltre le attività illecite e faciliterebbe i controlli. L’olio d’oliva extravergine italiano ed europeo verrebbe valorizzato e protetto a livello internazionale”.