Mosca delle olive: ecco le più innovative strategie di controllo

Tecniche sempre più sofisticate per una diagnosi precoce in grado di anticipare l'attacco del più dannoso parassita dell'olivo
AIPO
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La difesa fitosanitaria dell’olivo oggi unisce pratiche consolidate a soluzioni tecnologiche d’avanguardia. Le tecniche classiche, come trappole attrattive, antideponenti e trattamenti localizzati, continuano a costituire una base solida nella lotta contro la mosca dell’olivo.

Il futuro che avanza in oliveto

Accanto a questi metodi si affermano strategie sempre più sofisticate, basate sulla diagnosi precoce: un approccio che consente di intercettare tempestivamente i segnali chimici e biologici dell’infestazione, prima ancora che siano visibili i danni.

Tra le iniziative più avanzate in questo ambito emerge il progetto europeo FruitFlyNet-ii (2020–2023), che ha promosso la transizione digitale nella difesa fitosanitaria.

Le trappole intelligenti OliveFlyNet e MedFlyNet, sviluppate e testate in otto areali agricoli tra Italia, Spagna, Grecia, Libano e Tunisia, integrano fotocamere e sensori ambientali in grado di trasmettere dati in tempo reale ai sistemi DSS (Decision Support Systems). Queste piattaforme generano mappe di rischio e indicazioni operative mirate, mentre algoritmi di intelligenza artificiale e modelli predittivi – basati su dati climatici e fenologici – completano un sistema di monitoraggio integrato, flessibile ed efficace.

Attualmente si stanno valutando estensioni commerciali o implementazioni territoriali del sistema in alcune aree pilota del Mediterraneo, come Grecia, Sicilia e Libano.

Oltre alla cattura diretta, il controllo si arricchisce oggi di tecnologie diagnostiche non invasive, come i nasi elettronici (E-nose), capaci di rilevare le emissioni di composti volatili rilasciati dagli olivi infestati, segnalando la presenza larvale prima della comparsa di danni visibili.

Questi sistemi sono stati sviluppati nell’ambito del progetto europeo FF-IPM, coordinato dal Benaki Phytopathological Institute (Grecia).

Un’ulteriore frontiera della diagnosi precoce è rappresentata dalla spettrometria NIR (Near Infrared), che consente di analizzare la struttura interna dell’oliva in modo rapido e non distruttivo, rilevando alterazioni chimico-fisiche legate all’infestazione larvale.

I sensori NIR portatili, testati dall’Università di Cordova, hanno dimostrato un’accuratezza superiore all’80% nel riconoscere infestazioni precoci, grazie all’analisi di parametri come contenuto di umidità, zuccheri solubili e lipidi.

Anche in Italia, enti come CREA e CNR stanno sperimentando strumenti simili, destinati ai centri di conferimento, per effettuare controlli di qualità tempestivi e non distruttivi.

Biomarcatori invisibili: i composti volatili sotto osservazione

La diagnosi precoce delle infestazioni da mosca dell’olivo si basa sull’individuazione di alterazioni chimiche che si verificano nel frutto prima della comparsa di sintomi visibili. Tra i primi segnali figurano variazioni nei composti fenolici, un aumento dell’ossidazione interna e una produzione anticipata di etilene, tipica delle olive colpite.

Per intercettare questi segnali invisibili, si utilizza la spettroscopia NIR, una tecnica ottica che analizza la composizione interna del frutto senza danneggiarlo.

I sensori NIR misurano come la luce nel vicino infrarosso viene assorbita da zuccheri solubili, umidità e lipidi: parametri che cambiano significativamente in presenza di infestazione larvale. Questo consente di riconoscere alterazioni interne in modo rapido, non invasivo e con elevata accuratezza.

I nasi elettronici, invece, rilevano i composti volatili emessi dalle olive nelle fasi iniziali dell’infestazione. Queste molecole, chiamate biomarcatori olfattivi, fungono da segnali precoci del deterioramento qualitativo, come l’etilene, l’acetato di etile, l’esanale, direttamente associati al cosiddetto “difetto di mosca” percepibile nell’olio extra vergine.
Questi segnali chimici non rappresentano solo una reazione di stress della pianta, ma anticipano la possibile comparsa di difetti organolettici nell’olio.

In questo senso, i nasi elettronici non si limitano a rilevare la presenza dell’insetto, ma individuano le trasformazioni biochimiche che la sua attività genera nel frutto, prima ancora che siano visibili. Si può quindi affermare che queste tecnologie, pur diverse nel principio di funzionamento, offrono una visione anticipata e invisibile dei danni, permettendo interventi tempestivi e una migliore gestione della qualità.

Il ciclo biologico che cambia

Numerose ricerche condotte in Italia, Spagna e Grecia documentano come il cambiamento climatico stia modificando sensibilmente il comportamento della Bactrocera oleae.

In molte aree del Centro e Nord Italia si osservano ovideposizioni precoci – anche su olive residue in primavera – e un aumento delle generazioni stagionali, fino a cinque cicli completi. Estati prolungate, notti calde sopra i 17 °C e piogge tardive che riattivano i voli post-ondate di calore contribuiscono a uno scenario biologico in rapida evoluzione, che richiede strumenti di difesa più flessibili e predittivi.

Difesa adattiva e sostenibile: biologia e agronomia in sinergia

Per proteggere l’olivo in modo sempre più sostenibile, è importante conoscere a fondo non solo l’insetto dannoso, ma anche ciò che lo rende forte. Uno degli aspetti chiave è il microbiota intestinale della mosca, ovvero l’insieme dei microrganismi che vivono nel suo intestino, tra questi, un batterio chiamato Candidatus Erwinia dacicola è essenziale per la digestione della polpa d’oliva. Intervenire su questo batterio con tecniche di biocontrollo, come l’RNA interferente, che agisce impedendo alla mosca di produrre proteine essenziali alla sua sopravvivenza, o l’introduzione di microrganismi antagonisti, potrebbe aprire nuove strade per una protezione dell’olivo sostenibile e senza residui chimici.

Parallelamente, anche la tecnologia evolve, le trappole intelligenti di nuova generazione combinano stimoli visivi, feromoni e attrattivi alimentari, con sistemi di trasmissione dati (LoRa o GSM) collegati a software di gestione ambientale. Questi strumenti permettono di correlare le catture con i dati climatici in tempo reale, migliorando la precisione degli interventi.

Insomma, la crescente integrazione tra pratiche agronomiche tradizionali e soluzioni tecnologiche avanzate rappresenta oggi un modello di riferimento per la difesa fitosanitaria dell’olivo.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: in evidenza, Mosca dell'olivo, olivicoltura

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