L’azoto in prefioritura, ecco perché è un aiuto per l’olivo

Con la concimazione a terreno si favorisce la sintesi proteica
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Abbiamo già considerato, in un precedente articolo, che l’azoto è un nutriente fondamentale per gli olivi: ne hanno necessità per sostenere la crescita delle foglie, lo sviluppo dei germogli, dei palchi fiorali, dei fiori e la maturazione delle olive. In questo momento le radici sono in grado di assorbire bene gli elementi nutritivi e i terreni sono mediamente ben dotati di umidità, pertanto i fluidi presenti nel suolo, contenenti i sali minerali disciolti, entrano in contatto con i peli radicali e questi li assorbono facilmente.

Come viene assorbito dalla pianta dell’olivo

Le piante incorporano l’azoto principalmente sotto forma di ioni nitratati (NO3-) che, non essendo trattenuti dal terreno, sono subito disponibili, poi anche come ioni ammoniacali (NH4+): in questo caso il suolo li cede più lentamente e subiscono pure una trasformazione di nitrificazione in nitriti e nitrati. Questa conversione richiede l’azione di particolari batteri presenti nel terreno e chiamati nitrificanti, i cui tempi dipendono delle condizioni del terreno, come la temperatura, l’umidità, il pH. In condizioni ottimali questa modificazione può richiedere da alcuni giorni a qualche settimana.

Come agisce nella pianta dell’olivo

Una volta che l’azoto è assorbito e trasportato dalle radici alle parti superiori della pianta, è utilizzato per sintetizzare le proteine  necessarie all’albero, e questo processo è chiamato “sintesi proteica”, che avviene all’interno dei “ribosomi”, delle piccole strutture all’interno delle cellule, che hanno il compito specifico di combinarlo con altri elementi, come il carbonio, l’idrogeno, l’ossigeno e, talvolta, anche con lo zolfo.

La prima fase di questa sintesi proteica è la formazione di amminoacidi, da questi si otterranno poi le proteine che saranno indirizzate in vari punti della pianta. La produzione di amminoacidi e proteine è un processo continuo, la loro quantità e il loro tipo variano secondo le fasi vegetative e i cicli stagionali; è influenzata anche dalle condizioni ambientali e dalle esigenze della pianta stessa.

Ad esempio, durante la fase di ripresa vegetativa, l’olivo ha un elevato bisogno d’incrementare la sintesi proteica, perché deve formare le nuove foglie, i rami e le radici e prepararsi alla produzione dei fiori e polline. In questo periodo primaverile possiamo così aiutare l’olivo apportando azoto con una fertilizzazione ai terreni.

Quanto azoto per ettaro di oliveto

In mancanza di analisi del suolo, la quantità di azotati da distribuire negli oliveti la possiamo considerare come una restituzione al terreno di quanto asportato nella precedente campagna produttiva, valutata mediamente in 90 kg per un ettaro.

Quantità questa che dovrebbe essere frazionata in due o tre momenti, tra il riavvio vegetativo e la fase d’indurimento del nocciolo, un 30% alla ripresa, circa metà marzo, un altro 30% in prefioritura, fine aprile – primi di maggio, un finale 40% nella fase di allegagione/primo ingrossamento della drupa ultima decade di giugno.

Se non si è provveduto con la prima applicazione, è possibile attuarlo in questa prima quindicina di aprile, sempre con una concimazione al terreno. La quantità da usare sarà la metà di quello previsto, ossia 45 kg/ha e le formulazioni da utilizzare potrebbero essere da:
• Nitro-Ammoniacale, a rilascio intermedio come il “Nitrato ammonico”, che ha un titolo medio 21% perciò andrebbero distribuiti 215 kg/ha se si hanno 200 olivi a ettaro circa 1 kg/pianta;
Ammoniacale a rilascio più prolungato, come il solfato ammonico, con titolo medio 21%, in questo caso il dosaggio sarebbe di 215 kg/ha, con 200 olivi a ettaro circa 1 kg/pianta;
Urea, a lento rilascio con un titolo medio del 46%, 98 kg/ha con 200 olivi circa ½ kg/pianta.

Dopo l’allegagione, cioè dopo che i fiori sono stati impollinati e iniziano a formarsi le piccole olive, l’olivo dovrà investire energia e risorse per la loro crescita e sviluppo e richiederà una sintesi proteica ancora attiva. La pianta dovrà, infatti, produrre le sostanze necessarie per la formazione e la maturazione delle olive e dovrò aggiungere proteine per la fotosintesi, per la respirazione e la produzione di enzimi che regolano i processi biochimici all’interno delle olive per i processi di maturazione e inolizione. In questo caso si andrà a riportare al terreno a completamento l’altra dose del 50%.

A fine giugno sarà possibile valutare apporti fogliari con azotati, la cui applicazione si giustificherebbe con eventuali esigenze della pianta o i limitati contenuti idrici del suolo, non dimenticando che in giugno si potrebbero avere temperature elevate o limitata presenza di acqua nel terreno, che porterebbero, come conseguenza, a una riduzione dell’assunzione d’azoto da parte delle radici.

Direttore AIPO
Associazione Interregionale
Produttori Olivicoli

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Tags: Aipo, azoto, Enzo Gambin, in evidenza, prefioritura dell'olivo

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