Qual è la percezione degli italiani rispetto all’olio extravergine di oliva? L’ha analizzata l’Osservatorio Nomisma evidenziando innanzitutto che è ben presente nel carrello della spesa del 96% dei consumatori italiani, dunque considerato un “bene sociale” e un ingrediente irrinunciabile. E questo è sicuramente un bene, o meglio un’ottima base di partenza per guardare al futuro. Perché l’analisi poi continua con dati che meritano una riflessione sulla percezione del valore del made in Italy e del concetto di qualità.
L’attenzione agli aspetti salutistici
Rispetto ai benefici dell’olio, infatti, solo poco più di un terzo dei consumatori considera l’olio extravergine di oliva uno degli alimenti più salutari, al pari di verdure, frutta e pesce. Per questa fetta di consumatori le parole più associate alla filiera olivicola sono “salute“, “sostenibilità” e “natura“, a cui si aggiungono i riferimenti a “qualità“, “bontà“, “benessere” e “beneficio“.
La scelta del prodotto
Relativamente alla scelta del prodotto, la prima motivazione – pari al 18% – è il prezzo, seguito dal brand (15%). All’interno di queste due categorie, i consumatori mostrano solo una modesta attenzione alla provenienza made in Italy (appena il 29%), ancor meno alla presenza di certificazioni Dop o Igp (15%).
Denis Pantini, punto di riferimento Nomisma per quanto riguarda le analisi di mercato, nel presentare lo studio ha evidenziato che anche all’estero l’olio italiano ha un’ottima considerazione, tanto che nei primi dieci mesi del 2024 ha messo a segno una crescita del 52,5% a valore (per un consuntivo tra gennaio e ottobre di 2,116 miliardi di euro) e del 5,4% a volume sul pari periodo 2023.
Interessante notare che l’export raggiunge oggi 160 Paesi in tutto il mondo, anche se un terzo è concentrato nei soli Stati Uniti ed un altro terzo tra Germania, Francia, Canada e Giappone.