di Maurizio Pescari
Molti degli alimenti in vendita sugli scaffali dei supermercati sono da tempo oggetto di osservazioni tese a minarne la qualità, al punto da creare un oggettivo stato di diffidenza nei consumatori sulle tecniche di produzione e di conservazione che si decide di non acquistarne più. A fare le spese di questa diffidenza generalizzata sono i responsabili dell’illecito, obbligati a ritirare i prodotti dalla vendita, ma anche le aziende che operano correttamente.
Angelo Moreschini è il presidente di ASSOM – Associazione olive da mensa e interviene per fare chiarezza a tutela dei i produttori di olive da tavola che rappresenta:
“Mi preme innanzitutto evidenziare come il sistema di produzione nel nostro Paese sia fra i più sicuri e controllati al mondo; l’Istituto di Superiore di Sanità conferma che, statisticamente, nel periodo 2001/2024, la maggior parte di fenomeni di botulismo alimentare sono stati riscontarti in conserve domestiche”.

Nel caso delle olive da tavola, qual è la situazione?
“Se proviamo a mangiare un’oliva raccolta dalla pianta, l’amaro ci colpisce; per poter essere gradevole al palato quell’oliva dev’essere ‘deamarizzata’, con metodi naturali che hanno bisogno di tempo e l’uso di sale, sia secco che in salamoia. In Italia il metodo più diffuso, e legato alla nostra tradizione, è il ‘Castelvetrano’ che in tempi celeri consente di avere olive pronte per il consumo, con le caratteristiche che i consumatori apprezzano di più, il colore, la dolcezza e la croccantezza”.
Quindi bisogna essere consapevoli all’acquisto, come sempre?
“Assolutamente sì – spiega Moreschini – l’origine geografica è importante, ma questa non determina da sola la qualità; noi inseriamo l’origine in etichetta, pur non avendo una norma che ci obbliga. Fondamentale è la serietà di olivicoltori e trasformatori, che sono i responsabili principali della qualità del prodotto. Si fa presto a parlare di ‘chimica’ nella trasformazione, il consumatore percepisce un concetto negativo, la chimica fa paura. Sarebbe bene, anziché allarmare, far capire le differenze e aiutare a scegliere. I prodotti che si usano sono additivi alimentari, approvati dalle norme UE ed italiane e sono dichiarati per legge in etichetta; non compromettono la qualità, ma la stabilizzano e la tutelano. La qualità di un alimento dipende dalle proprietà organolettiche, nutrizionali e dalla sua salubrità, che può essere garantita attuando una serie di strategie di produzione e conservazione che lo rendano sicuro dal punto di vista sanitario”.

“Il nostro settore è in straordinario sviluppo – spiega Moreschini – ma la situazione del comparto olivicolo in Italia è segnata da una produzione deficitaria di olive da destinare alla tavola, rispetto alle richieste del mercato. Una carenza che condividiamo con chi dalle olive estrae olio, che potremmo provare a risolvere in collaborazione con il mondo agricolo. La Sicilia è l’unica regione italiana che sta implementando il sistema olivicolo con nuovi impianti molti dei quali dedicati alle olive da tavola: la Nocellara del Belice, infatti, è molto apprezzata in tutti i mercati mondiali”.
Con ASSOM cosa proponete?
“Le aziende che aderiscono alla nostra Associazione sono tutte impegnate a difendere e tutelare l’origine del prodotto e la qualità dell’intero processo di produzione. Nei prossimi mesi – conclude Moreschini – sarà sottoscritto il documento che porterà alla nascita di una Federazione tra i Paesi europei produttori di olive da tavola: Italia, Spagna e Grecia. Un atto che ci consentirà di avere un ruolo ufficiale di rappresentanza nelle sedi competenti, con l’impegno di condividere le norme che regolano la trasformazione e l’assoluta tutela del consumatore”.
ASSOM
Nata nel 2016, ASSOM è la prima associazione italiana dei produttori di olive da mensa; riunisce 16 aziende che si occupano della trasformazione primaria e della lavorazione del prodotto finito destinato al consumo finale. In ASSOM sono rappresentate Abruzzo, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia, le regioni italiane con maggiore produzione olivicola. Il fatturato generato dalle aziende affiliate ammonta a 307 milioni di euro. Gli occupati presso le aziende sono 530. I produttori italiani coinvolti sono 2100. Le aziende aderenti ad ASSOM trasformano oltre 60.546 tonnellate di olive all’anno, per il 58% olive italiane, le rimanenti 25.287 tonnellate di prodotto provengono principalmente da Paesi UE ed extra UE”.
OLIVE DA TAVOLA
Dati COI e MASAF, indicano una crescita continua del settore olive da tavola nel mondo. Negli ultimi trent’anni, l’evoluzione della produzione mondiale ha avuto una costante crescita, passando dalle 950.000 tonnellate del 1990/91 alle 3.019.000 tonnellate del 2022/23, con un incremento del 218%. Di pari passo, il consumo mondiale è cresciuto con un incremento del 194% negli ultimi trent’anni. I maggiori consumi si sono registrati negli stessi Paesi produttori, Grecia, Marocco, Turchia, ma anche in USA, Brasile e Canada.



















